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La superstizione e l’ignoranza, associate alla paura, come ci dice Stazio (Tebaide, Libro III, 661: “primus in orbe Deos fecit timor”, “fu la paura la prima nel mondo a creare gli dèi”), e alla meraviglia, hanno contribuito alla generazione di religioni aventi principalmente lo scopo di creare un legame e un patto di protezione fra l’impotenza umana e la potenza dell’universo. L’uomo, già dall’inizio dell’utilizzo dell’agricoltura per il suo sostentamento, ha associato ai due periodi principali dell’anno il concetto di bene e male: in estate con il sole alto e forte nel cielo crescono i raccolti mentre in inverno il sole non riscalda più, diminuiscono i giorni di luce e la terra non genera i suoi frutti. Ben presto questi concetti fecero nascere negli uomini queste associazioni luce-bene, tenebre-male ed essi, nella loro impotenza nei confronti degli eventi naturali, crearono due dèi che ne erano responsabili: nell’antica religione persiana erano Ahura-Mazda e Hariman, nel mitraismo diventarono Cautes e Cautopates, in Egitto Osiride e Seth. Per gli antichi vi era, quindi, un legame inscindibile fra luce e bene e fra tenebre e male, e gli Egizi furono quelli che ne fecero l’elemento principale dalla loro teologia solare. Essi credevano infatti che l’alternasi del sole crescente e del sole calante fosse l’effetto dalla lotta fra Horus e Seth, l’uno portatore del bene l’altro simbolo del male. Vi è un dio speciale che si incontra in alcune case dell’Eternità, ovvero tombe della valle dei Re, "Quello che ha due facce” e queste facce sono quelle di Seth e di Horus, Seth rivolto a sinistra, Horus rivolto a destra, e nel XVII incantesimo del Libro del ritorno nel giorno o Libro dei morti leggiamo: “Egli è Horus con due teste, una (Horus) genera la verità, l’altra (Seth) la falsità: Egli dà falsità a chi la pratica, e verità a chi la detiene". Il fatto che un dio possieda il doppio volto di Horus e Seth è la conferma che essi rappresentano la stessa divinità in generale, ma anche che questa divinità si differenzia in due aspetti che si manifestano in modi e momenti diversi. Qui ad Horus viene associata la verità e a Seth la falsità: si tratta comunque sempre dell’eterna dicotomia verità-luce, falsità-tenebre e quindi bene-male. Che questa lotta sia un elemento fondamentale per l’interpretazione del mito egizio ci viene confermata anche da un bassorilievo in arenaria conservato nel museo del Louvre: si tratta di un’opera del periodo copto in cui Horus, in uniforme romana, uccide un coccodrillo (V-VI sec. d.C.) che rappresnta Seth a cui fu anche eretto un tempio a Kom Ombo rappresentandolo in questa forma. Antichi miti come l’assassinio di Abele da parte di Caino, o di Remo da parte di Romolo, ovvero di Osiride da parte di Seth, sono appunto allegorie di questa lotta fra bene e male. Il Mitraismo romano, derivato dall’antica religione persiana conservò, naturalmente, questa teologia ma la mise in secondo piano perché nel frattempo si era definitivamente affermata la consapevolezza della precessione degli equinozi che gli antichi non potevano spiegare se non con un dio che spostasse il cielo mentre il sole faceva il suo viaggio annuale. In tutte le rappresentazioni della tauroctonia mitraica troviamo espresso questo concetto con la rappresentazione dei due dadofori, uno con la torcia accesa a rappresentare il giorno-luce-bene (Cautes), l’altro con la torcia spenta e abbassata (notte-tenebre-male, Cautopates), che, abbiamo già detto, corrispondono alle antiche divinità Ormuzd, o Ahura Mazda, e Ahriman. Lo stesso schema sarà utilizzato dal Cristianesimo per l’iconografia dell’Arcangelo Michele che uccide il demonio o di San Giorgio che uccide il drago, e, così come nel mitraismo ritroviamo la dicotomia bene-male, essa è presente anche nella maggioranza delle crocifissioni cristiane con la rappresentazione dei due ladroni, uno buono e l’altro cattivo. Luce-tenebre, bene-male, vita-morte sono tutte dicotomie associate a giorno-notte e estate-inverno che cadenzano il ritmo della vita. Fra di esse, una sola è una trasformazione irreversibile: vita-morte, e da sempre tutte le religioni hanno cercato di renderla reversibile: morte-risurrezione. Pier Tulip si è laureato in Fisica a Napoli e ha insegnato questa materia nelle scuole superiori. Da diverso tempo si occupa di ricerche su argomenti di tipo esoterico. Dopo aver pubblicato il libro RUM MOLH, una biografia romanzata del Principe napoletano alchimista e massone Raimondo de’ Sangro, ha rivolto la sua attenzione alla genesi del Cristianesimo, con il libro KRST, perché risultati ottenuti nella precedente ricerca indicavano una possibile commistione del cristianesimo con la religione egizia. Per contattare Pier Tulip: [email protected] Fonte: www.altrogiornale.org
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