Il futuro dell’euro si “deciderà nei prossimi sei mesi” ma se Berlino non cambierà la propria posizione “la moneta unica è finita”. L’ennesima funesta profezia sull’euro arriva da uno dei consiglieri economici di Angela Merkel, Peter Bofinger, in una intervista al settimanale finanziario tedesco Wirtschaftswoche. Per Bofinger le misure varate dalla Ue nell’ultimo vertice di Bruxelles per cercare
di risolvere la crisi “entreranno in vigore fra uno o due anni”: nel frattempo, la Banca Centrale Europea potrebbe allentare la tensione “fissando un tetto ai rendimenti dei
titoli di Stato italiani e spagnoli”, magari intorno al 4-5%, attraverso obbligazioni. Insomma, un “livello in grado di essere gestito da quegli Stati”. Bocciati sonmoramente dalla Merkel, gli eurobond sono invece per Bofinger un possibile aiuto alla soluzione della crisi: “Per i paesi della zona euro fortemente indebitati creare legami comuni di tutti i paesi euro sarebbe una benedizione. Se è possibile stabilire efficaci regole di bilancio nella zona euro, non si esclude una responsabilità comune”. “Molti tedeschi trarrebbe beneficio da questa soluzione”, dice ancora Bofinger.
La Germania, d’altra parte, ha tratto beneficio dall’euro e un ritorno al vecchio marco non sarebbe la panacea di ogni male, anzi: “Un nuovo D-Mark sarebbe immedatamente rivalutato rispetto all’euro dal 30 al 40% e causerebbe la caduta delle esportazioni. Otterremmo deflazione. Tutti i vantaggi competitivi che abbiamo faticosamente lavorato in questi ultimi anni sarebbero spazzato via in una notte”.
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