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L’Europa dei separatismi e dei popoli, altro che Unione!

Creato il 24 ottobre 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 24 ottobre 2012 in Occidenti, Slider with 1 Comment
di Valerio Pierantozzi

Europa Popoli

RUBRICA: Occidenti

Ma quale Unione Europea, quali Stati Uniti d’Europa! La verità è che l’Europa è più divisa che mai, oggi più che nell’Ottocento. Se non altro 150 anni fa un’ondata di irredentismo ha portato a unirsi politicamente popoli che avevano una base identitaria comune, guardando più le convergenze che le differenze. Adesso non più.
Ogni eccezione, ogni piccola rivendicazione culturale può essere la scusa per reclamare l’autonomia. E gli esempi sono sotto gli occhi di tutti.

Regno “Unito”
La Scozia si prepara a un referendum storico che nell’autunno del 2014 potrebbe portare all’indipendenza dalla Gran Bretagna. Per il momento i sondaggi mostrano una vittoria del “no” alla separazione, ma non c’è dubbio che in questi due anni (mai vista una campagna elettorale tanto lunga) scozzesi e unionisti si daranno battaglia – speriamo solo verbale – per uscire vincenti dalle urne.
Anche in Irlanda del Nord, per restare in area britannica, si assiste a un riemergere di antiche violenze fra lealisti e cattolici. Negli ultimi tre o quattro anni sono stati sempre più frequenti gli scontri fra chi vuole restare con la Regina e chi invece vuole ricongiungersi con i fratelli irlandesi. Fino ad arrivare alle autobombe e ai morti.

Belgio e Spagna
Devo continuare? Perché il Belgio sta lentamente e pacificamente marciando verso la divisione fra fiamminghi e valloni. Ad Anversa, dopo 80 anni di gestione socialista, alle ultime amministrative l’indipendentista fiammingo Bart De Wever (il “Leone delle Fiandre”) ha vinto con il 37,5 per cento dei voti. Un bel trampolino di lancio in vista delle legislative del 2014.
E poi c’è la Catalogna. La Spagna, proprio adesso che i Paesi Baschi sembrano essersi chetati dopo anni di richieste di autonomia (anche a suon di attentati dell’Eta), deve affrontare le mire di Artur Mas i Gavarró, il presidente catalano che, per distogliere l’attenzione dai problemi economici (dicono i maligni), soffia sul vento della secessione. Sarà come sarà, ma intanto è riuscito a mettere d’accordo destri e sinistri e a farli andare tutti in piazza a manifestare.

Kosovo: pericoloso precedente
Ma quale Unione Europea, quali Stati Uniti d’Europa! Il nostro continente sta attraversando un’ondata eccezionale di micronazionalismi. E la colpa in fondo è anche degli stessi governi europei, che hanno creato un importantissimo precedente storico.
Il 17 febbraio 2008 il Kosovo si è autoproclamato indipendente dalla Serbia. E già dal giorno dopo il gotha europeo ha subito riconosciuto valida la secessione: parliamo di Francia, Gran Bretagna, Germania, Italia, Belgio, Irlanda, Olanda e molti altri. Non è assolutamente poi un caso che gli unici Stati contrari sono quelli che devono lottare contro richieste interne di maggiore autonomia come Spagna, Grecia e Cipro.
Come potrebbe opporsi un domani l’Italia a un’autoproclamazione di indipendenza da parte dei sardi? E se i baschi francesi volessero ricongiungersi con quelli spagnoli?

Il futuro nelle differenze
Vedremo. Certo è che l’Europa non pare proprio andare nella direzione dell’unità politica. Per carità, nessuno qui nega che i popoli europei abbiano una profonda radice comune e una storia convergente. Ma l’impressione che si ha al momento è che “questa” Europa non funzioni. E che forse la soluzione di tutto starebbe proprio nel valorizzare le differenze e nel difendere le peculiarità nazionali e regionali. Solo così allora si riuscirebbe a far convivere in pace popoli che hanno tanto in comune, ma anche storie millenarie diverse alle spalle.

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Tags: Belgio, Catalogna, indipendenza, irlanda, Irlanda del Nord, Kosovo, secessione, Serbia, Spagna, Unione Europea, Valerio Pierantozzi Categories: Occidenti, Slider


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