I riformisti, gli altro europeisti ad ogni costo, i socialdemocratici e i molti milioni di Candide che si dedicano a coltivare il proprio orto, ora hanno trovato un facile alibi per sfuggire all’ analisi e al rimorso di un fallimento: la Germania. E così via di Quarto Reich per non riconoscere la mutazione e il fallimento dell’Unione europea così come è stata costruita, per continuare ad attribuire alla medesima virtù taumaturgiche nonostante l’euro: l’unico problema è l’atteggiamento ultrarigoroso della Merkel e di Schäuble come se fossero stati loro ad imporre la firma su trattati demenziali che hanno completamente snaturato l’edificio continentale, come se negli anni ’90 gli sciocchi governi mediterranei di ogni colore non avessero fatto carte false per entrare nel marco travestito da moneta unica, senza minimamente pensare alle conseguenze o ritenendo che comunque le cose si sarebbero in qualche modo arrangiate.
Così assistiamo al triste ridicolo di una destra svaporata che sotto il capitolo Germania nasconde tutto il canagliume finanziario che peraltro esalta ad ogni capitolo del massacro sociale: rapina delle pensioni, job act, scasso del welfare. E spettacolo ancora più inverecondo vediamo sinistre sprezzanti delle piccole patrie e delle culture nazionali convertirsi ad atteggiamenti di analisi e condanna etnica nei confronti del nord Europa. Tutto per non riconoscere che i meccanismi europei non hanno fatto altro che favorire l’economia più forte del continente, come era evidente fin da subito e come viene riconosciuto da anni, che la moneta unica costringe i Paesi più deboli a politiche reazionarie, che l’integrazione europea si è trasformata in un’annessione totale alla logica finanziaria: che dunque la Ue è divenuta il vero nemico della democrazia e non la sua culla.
Certo la Germania poteva avere un atteggiamento più morbido, sebbene gli ipocriti italiani abbiano subito cominciato a mandare a quel Paese i Greci non appena si è parlato di consolidare parte dei debiti di Atene. Ma la durezza con la quale è stata trattata la Grecia facendo pagare ad essa la “deviazione democratica” del Paese, ahimè guidata dalla mancanza di visione politica di Tsipras, è stata pienamente approvata dagli altri o meglio dai governi complici che si sono instaurati nel sud e nell’ovest del continente, è inoltre la conseguenza logica dei trattati entusiasticamente firmati e dei provvedimenti – come esempio il pareggio di bilancio in Costituzione – che da conclamate idiozie sono state fatte passare per passaggi necessari alla salvezza.
Sì, certo la Germania poteva essere più morbida, Bruxelles poteva evitare di punire la Grecia per il referendum, reso inutile dallo stesso ideatore Potevano, ma non volevano dal momento che tutto questo non ha che un significato politico e per nulla economico visto che in ogni caso la Grecia non potrà mai ripagare i suoi debiti. Qualcosa è davvero cambiato, ma non la sostanza: semplicemente l’oligarchia europea ha dato retta a Machiavelli e ha pensato che non è più tempo di provare ad essere amata dopo l’impoverimento generale che ha provocato, ma è venuto il momento in cui è più opportuno essere temuta. Una bella lezione ad Atene eviterà per il futuro ribellioni in altri e più importanti Paesi, farà abbassare la cresta ai tentativi di restaurazione democratica. Questa è la logica del capitalismo finanziario, non della Germania, anche se si esprime attraverso di essa, ma da sinistra a destra per motivi diversi fa gioco non riconoscerlo.
In Italia poi l’ipocrisia va oltre ogni decenza: si fa uso e abuso di indignati paragoni sull’occupazione nazista della Grecia non sapendo, ma più spesso facendo finta di non sapere che a Berlino della Grecia non importava un amato cazzo, che l’invasione fu dovuta esclusivamente alla decisione di salvare l’imbarazzante alleato Mussolini che aveva voluto aprire una guerra parallela aggredendo a sorpresa il piccolo Paese mediterraneo pensando di farne un sol boccone e trovandosi invece nella condizione di essere ributtato a mare. In teoria quei danni di guerra dovremmo pagarli noi, se mai contassimo qualcosa nel bene e nel male.
Ma a parte queste miserie l’unica cosa da sperimentare già nel corso di quest’anno è se il passaggio dalla strategia dell’amore a quella della paura funzionerà o se invece non determinerà un aumento deciso delle forze centrifughe. E in quale modo, attraverso quali catalizzatori esse si esprimeranno. Di certo non più a fianco di altrieuropeismi di qualsiasi natura. Questo lo dico per chi sta tentando di riorganizzare la sinistra in Italia, è un capitolo drammaticamente e dolorosamente chiuso.