Benvenuta Terza Repubblica, speriamo che tu sia migliore di quelle che ti hanno preceduto. E’ impossibile fare peggio dell’ultima, ma io credo che sia possibile anche fare bene in senso assoluto se la smettiamo con la politica del male minore e inziamo con la politica del “fare le cose insieme”, come diceva Don Milani.
Intanto vedere nelle proiezioni il M5S al 20% e che ha il primo sindaco, checchè ne dica la propaganda dell’Unione dei Partiti, è una ventata d’aria fresca e genuina, mentre vedere il PDL squa e là sotto il 5% e ovunque morto, finito, sotterrato è gioia per gli occhi pura, scossone di civiltà nelle macerie lasciate a marcire dalla banda.
Ora o il PD cambia o farà la stessa fine. Impariamo dalla Francia, dove anche grandi schieramenti hanno avuto il coraggio di proporre (che è diverso dal fare, su cui vigileremo) soluzioni da sinistra vera e non da sinistra della destra. Riprendo da Alessandro Gilioli: “E a sfogliare il suo programma (di Hollande) c’è da restare allibiti: assunzioni nella pubblica amministrazione, aliquota del settantacinque per cento per i redditi sopra il milione di euro, abbassamento dell’età pensionabile, tassazione delle rendite finanziarie e soprattutto rimessa in discussione del fiscal compact. (…) Hollande dice qualcosa di sinistra, qui da noi si fatica perfino a balbettare la parola patrimoniale”.
In Sardegna passa un importante referendum contro lo sperpero del denaro pubblico nel silenzio dei media, in Germania la Merkel va in perdita e salgono i “pirati”, in Grecia la sinistra radicale scalza il bipolarismo che ha condannato il paese alla miseria. Si, sta cambiando tanto in Europa, talvolta con molte ombre (Marine Le Pen in Francia, l’estrema destra greca). Ma non si può pensare di evitare un cambiamento netto giunti a questo punto, individualmente e collettivamente.
Il segnale è chiaro. O si va a sinistra o si muore. O si passa dalla produttività alla convivialità o si muore.
E ai politici nostrani: fuori tutti, fuori subito.
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