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L’eversione del governissimo

Creato il 29 aprile 2013 da Albertocapece

bresci-uccide-umberto-I_250x192Anna Lombroso per il Simplicissimus

Grillo-grilletto (titolo del Giornale); La violenza ha padri noti (dichiarazione di Gasparri). L’antipolitica finisce per armare la mano (Minzolini in Tv); Troppo odio da troppo tempo» (Gelmini). Chi ha sparato ha dato retta a Beppe Grillo» (Storace); E’ ora di smetterla con i terroristi virtuali nascosti dietro a un monitor (Meloni). 
Malgrado la storia, e anche la cronaca, contino un certo numero di attentati falliti, di bombe scoppiate in mano a ribelli più incompetenti dei loro bersagli, di insorti pasticcioni che si lanciano la molotov sulle loro stesse Clarck, e di sconsiderati che sbagliano obiettivo, sparando su innocenti passanti, tutori dell’ordine sottopagati, cocchieri presi in mezzo, eppure gli abitanti delle lontane e protette stanze del potere temono parimenti anarchici insurrezionalisti, killer sgangheratamente avversi alle autorità costituite, disturbati e problematici, insomma potenziali eversori. 

Vale la pena di leggersi la definizione che ne dà il dizionario Treccani: eversivo agg. [der. del lat. eversus, part. pass. di evertĕre (v. eversione)]. – 1. Che mira ad abolire, a sopprimere: le leggi e. dell’asse ecclesiastico (v. eversione, n. 2). 2. Che tende a rovesciare, a sconvolgere l’assetto sociale e statale, anche mediante atti rivoluzionarî o terroristici: azione, attività e.; disegno e.; anche riferito a chi opera per l’eversione: elementi, gruppi eversivi.

Una volta i benpensanti fermi sui marciapiedi al passaggio delle manifestazioni esclamavano scuotendo la testa, qua l’è tuta una rivoluzione, un ’48, il mondo va alla rovescia. A volte a noi cittadini spaesati e squilibrati – siamo la maggioranza, sia pure ancora con un cauto controllo degli eccessi –, a noi disperati in via di essere esasperati, a noi, così folli da voler cercare le ragioni dell’irrazionalità, viene da dire lo stesso, se il gruppo eversivo più tracotante, violento, esuberante e protervo , quello che sconvolge l’assetto sociale e statale sta sul marciapiede, dentro i severi palazzi, guardati da altri poveracci come noi. 
Come definire la gioconda esponente del partito egemonico della grande maggioranza che stamattina considerava la disoccupazione, la perdita di dignità, la disperazione, doverosa espiazione per la colpa di essere vittima del gioco, uno dei brand di punta condiviso da stato e criminalità e favorito promosso e propagandato? O un ceto che distrae soldi pubblici per interessi privati, ambiziosi o micragnosi, dai palazzi agli ovetti kinder? O la partecipazione attiva o tollerante al business della corruzione, che penalizza i conti dello stato, impoverisce il welfare per alimentare sanità e istruzione private, mette a repentaglio la libera iniziativa e la concorrenza, promuovendo l’economia criminale? O amministratori e rappresentanti correi del sacco del territorio, inclusi nell’occupazione militare delle mafie in settori strategici, risorse, rinnovabili, rifiuti? O imprenditori competenti nell’esercizio implacabile del ricatto: diritti o posto di lavoro, salute o salario, garanzie o stipendi? Cerchie che si premiano, si proteggono, si promuovono, si arricchiscono, attraverso meccanismi di affiliazione, fidelizzazione, secondo le regole dell’autoritarismo fino al dispotismo, manomettendo leggi, abbattendo l’edificio delle garanzie e dei principi costituzionali, togliendo a noi l’indispensabile per assicurarsi il superfluo, anche grazie ai servigi di provvedimenti eccezionali, misure e “corpi” speciali, commissariamenti, poteri ed equitalie iniquamente sostitutivi?

Gli eversori siamo noi o gli evasori? Siamo noi o chi ha perseguito e persegue il disegno di cancellare la sovranità di stato e di popolo, già spogliata della materia economica? Siamo noi che ci opponiamo con l’immateriale forza della critica o chi la vuole soffocare, zittendo le voci, prime tra tutte quelle del potere giudiziario e investigativo? 
Non ho mai pensato che alla loro eversione si sia autorizzati a rispondere con la violenza, la guerra è mestiere loro, chi ci ha provato in passato ha distrutto vite e speranza di intere generazioni che hanno pagato la loro sprezzante indifferenza a ragione, interesse generale o sostegno popolare. Ma quelli che oggi, nel dare la fiducia a un governo che non ha la nostra fiducia, ci ammoniscono che le parole sono pietre, ricordino che i sassolini possono essere potenti, fermano ingranaggi, entrano nelle loro scarpe, armano le fionde di uomini soli e a volte una fionda fa più di una pistola.


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