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L’evoluzione dell’automobile

Creato il 06 luglio 2014 da Scribacchina

Certo che dal lontano 1996 (anno di produzione della mia ormai defunta auto) ad oggi, la scienza automobilistica ne ha fatti di passi in avanti… Intendiamoci: fino a pochi giorni fa, per me la parola “automobile” significava “scatolotto mobile con quattro ruote, di dimensioni preferibilmente mignon”.
Definizione antica, cari soliti lettori.
Perché le auto, oggi, somigliano più all’Enterprise di Kirkiana memoria che non ad un banale mezzo di locomozione.

Capitano Kirk - Enterprise

Anche i modelli extra-base hanno equipaggiamenti che manco sapevo esistessero; e m’immagino cosa possono aver pensato i diversi commerciali delle concessionarie che ho visitato in questi giorni, vedendo la mia espressione stranita mentre snocciolavano i vari servosterzi, ESP, ABS, REF, AFU, Qui, Quo e Qua.

Che poi, volendo guardare, è un’esperienza interessante entrare in contatto con questa fauna di commerciali; impari a riconoscere il modello “spinto” (quello che, se potesse, ti venderebbe pure sua madre), il modello “amicone” (quello che ti dà consigli “da amico”, stando alle sue parole), il modello “basic” (quello che non ha parlantina e sembra una persona normale: che è poi quello che alla fine dà più fiducia e riesce pure a venderti l’auto). C’è infine il modello “atipico”: quello che, se ti presenti alle 19.20 e vuole chiudere alle 19.30 esatte, cerca di sbolognarti in malo modo; poi succede che il giorno dopo ti ripresenti in concessionaria – perché quell’auto, dannazione, è proprio carina: nera e arancio come il Markbass – ti saluta con grandi sorrisi, chiamandoti per nome (?) e dandoti pure del tu (????) anziché il lei del giorno prima.
Santoiddio.
Del modello spinto ho visto un unico elemento, ma veramente spinto, che – ne sono convinta – mi avrebbe pure invitata a cena pur di vendermi una city car Volkswagen; invece, ahimé per lui, è successo l’inverso: ha ricevuto un bel bidone dalla sottoscritta, che non si è presentata al test drive preferendo andare a visionare l’ennesima concessionaria.
Mascalzona d’una Scribacchina.
Poco male: sarò punita nei prossimi giorni con una valanga di telefonate, sms e messaggi Whatsapp (sì, pure quelli) dai commerciali di tutte le altre concessionarie, convinti che la loro macchina diventerà la mia macchina.

Ad ogni modo.
Dovesse capitarvi di cambiare auto, è bene sappiate che esistono i seguenti optional:
- volante riscaldato, per la donna che d’inverno ha sempre le mani congelate
- sedile riscaldato, sempre per la donna di cui sopra
- tettuccio a vetro con tendina interna (nientemeno) che vi permette di guardare comodamente le stelle, da soli o preferibilmente in compagnia della vostra chérie (o del vostro cheri, a seconda)
- niente più radio con manopole, sono antiche: ora ci sono dei veri e propri schermi touch, manco fossimo su Star Trek
- vetri termici anti raggi UV, per tenere al fresco l’abitacolo anche sotto il sole del Sahara.

Autoradio touch smartphone

A questo punto, dopo aver visto millemila modelli, essermi intossicata con l’odore non sempre gradevole di macchina nuova, provato due auto su strada, preso le misure dei vari bagagliai e considerata la mole di roba che trasporto quando vado a suonare, ecco la decisione epocale: abbandono la categoria city car-carriolina e passo a qualcosa di più grande.
Ho come il sospetto che col primo parcheggio righerò una fiancata.


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