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L'evoluzione di Marte: una delle possibili storie

Creato il 21 gennaio 2013 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

From CURIOSITY sol 137 MastCam L last (warm) water on wet hot Mars

From CURIOSITY sol 137 MastCam L last (warm) water on wet hot Mars
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44 

Alla luce delle ultime scoperte del rover della NASA Curiosity, nuove conferme vanno a supportare la teoria sostenitrice di un passato marziano caldo e umido.

Da quando la scienza ha iniziato ad interessarsi al Pianeta Rosso sono stati creati migliaia di modelli e ricostruzioni.

Oggi, senza nessuna pretesa, vogliamo proporvi la nostra visione artistica, prendendo spunto da un paesaggio ormai familiare, quello del cratere Gale, formatosi circa 3,6 miliardi di anni fa, campo di azione di Curiosity.

Com'era Marte e come si è trasformato fino ad arrivare così come lo vediamo oggi?

Sappiamo che l'acqua si deve esser fatta strada lungo i pendii del grande cratere, largo 154 chilometri, creando un vero e proprio sistema di valli fluviali, probabilmente fino ad allagare completamente alcune zone.

CURIOSITY horizon sol 3

CURIOSITY horizon sol 3 "before us"
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology" processing 2di7 & titanio44 

Noi, immaginiamo lo scorrere dell'acqua su Marte diverso da come siamo abituati a vederlo sulla Terra: un acqua libera di muoversi in modo differente a causa della minore gravità e capace di trascinare con sé quantità maggiori di materiale. Un'acqua meno limpida, quindi, carica di sostanze, più aggressiva. Un'acqua energica non necessariamente a livello cinematico ma termico e chimico, capace di disgregare ed aggregare minerali in tempi relativamente brevi.

Alcuni pattern del suolo fotografato da Curiosity, ricordano bolle scoppiate di materiale: magari un tempo l'acqua era alimentata da sorgenti idrotermali e una sorta di fango ribolliva sul suolo marziano.

Quando le condizioni ambientali hanno iniziato a cambiare, il vulcanesimo e l'atmosfera meno densa hanno contribuito a far evaporare parte dell'acqua liquida in superficie. Altra potrebbe essersi invece infiltrata nel terreno dove forse è ancora oggi insieme alle acque fossili, bloccate in falde acquifere dalla formazione del pianeta. Altra ancora, in luoghi più protetti come potrebbe essere stato il cratere Gale, deve esser rimasta in superficie più a lungo fin quando le temperature sono scese bruscamente. Allora potrebbe essersi creata una vera e propria crosta di ghiaccio.

 Source: youtu.be/zzevmMwu8Ro - Credit: 2di7 & titanio 44

L'acqua più pura si è trasformata in ghiacciai, ricoperti poi con il tempo, da altro materiale e dalla sabbia marziana. Quel ghiaccio che oggi possiamo osservare quando si forma un nuovo cratere da impatto e troviamo a volte anche a pochi centimetri sotto la superficie.

Ma qualcosa ancora potrebbe esistere di questo mondo dinamico: le fessurazioni nel terreno fotografate da Curiosity a Yellowknife Bay e quelle riprese da Spirit nei pressi di Home Plate, ne sarebbero la firma.
Eventi esterni o una geologia in attiva, in determinate condizioni e periodi, potrebbero far ancora risalire acqua liquida in superficie. Questa, a contatto con l'esterno, potrebbe ghiacciare per un breve periodo o sublimare, contribuendo magari ad alimentare quelle nebbie immortalate nei panorami di Curiosity che creano la densa atmosfera nel cratere Gale e in parte, si ritirerebbe di nuovo nel terreno portando con sé la sabbia fine e polverosa del Marte di oggi.


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