Quinlan è presidente dell’organizzazione Parents and Friends of Ex-Gays & Gays, nonché direttore esecutivo del think tank “Equality and Justice for All” e ritiene che «più diritti civili gli omosessuali ottengono, più ne perdono gli eterosessuali». Io stesso, aggiunge, «patisco più vessazioni da ex omosessuale di quante ne abbia patite quando ero gay dichiarato e orgoglioso».
La comunità degli ex gay – sottolinea – «comprende migliaia di persone che come me erano un tempo omosessuali e che dal counseling hanno tratto beneficio». Ma, «dato che anche un solo ex dimostra che il comportamento omosessuale non è innato o immutabile, la paura che la lobby gay prova verso i suoi ex aderenti finisce in affermazioni false e in attacchi tesi a negare agli omosessuali il diritto all’autodeterminazione». Egli punta direttamente a queste lobby, che definisce “ricche e politicamente potenti”. Negli Stati Uniti, rivela, hanno aiutato molto Barack Obama ad arrivare alla Casa Bianca e lo stesso stanno facendo adesso per cercare di garantirgli un secondo mandato. Per questo Obama, secondo lui, è lo sponsor maggiore «delle politiche gay, bisessuali e transgender in ogni livello del governo federale».
Poi c’è la “Human Rights Campaign” – la più grande associazione LGBT degli Stati Uniti – che «pretende i “matrimoni” omosessuali mentre al contempo discrimina gli ex gay. Una delle sue vittorie più recenti è stato portare la Banca Mondiale a negare fondi alle charity di ex omosessuali consentendoli invece alle organizzazioni gay». Quinlan conclude domandandosi: «se un uomo gay decide di volere vivere da salubre eterosessuale, come ho fatto io, gli omosessuali hanno il diritto di bocciarne la decisione? […] Quanto a me, desidero con tutto il cuore vivere in un Paese dove gli attivisti gay non perseguitino i miei amici e me per il fatto che il sottoscritto è passato da gay a straight, ordinato».