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L’Expo dei ladroni di diritti

Creato il 14 luglio 2013 da Albertocapece

Assolombarda_-Bombassei-Squinzi-episodio-2_h_partbAnna Lombroso per il Simplicissimus

Vogliono stravincere:  Confindustria, l’Associazione delle Banche, la Rete delle piccole imprese, l’Alleanza delle Cooperative,   le organizzazioni imprenditoriali italiane hanno chiesto al Parlamento un regime “straordinario” in occasione dell’allestimento della grande vetrina del Made in Italy, l’Expo, che permetta loro di assumere con contratti a termine senza vincoli. E l’incontentabile Assolombarda   ha aggiunto, in ragione dell’interesse particolare delle aziende locali, la licenza – purtroppo solo temporanea – di  deroga dai contratti nazionali.

Vogliono stravincere: in effetti c’è ben poco di straordinario nella richiesta di qualcosa che si è già largamente ottenuto, fatta per sancire provocatoriamente e simbolicamente che si è aperta ufficialmente, con la cancellazione di diritti e garanzie, l’età dell’economia informale, quella finalmente libera da lacci e laccioli, quegli ostacoli che hanno frenato il dispiegarsi della libera iniziativa e della sbrigliata creatività e imprenditorialità nazionale. Disinteressati alla legalità, visto che passano acrobaticamente dalla stato di corrotti a quello di corruttori, da concussi a ricattati, da correi a pentiti per poi ricominciare, sprezzantemente indifferenti alla tutela ambientale e alla sicurezza,  dediti alla trasgressione di regole e doveri fiscali, amministrativi, abilmente sfuggenti a controlli, adesso vogliono la legittimazione delle conquiste padronali, il riconoscimento per legge dell’arbitrarietà e discrezionalità più dispotiche, l’ammissione  di licenze private come prassi pubbliche, che peraltro non rappresenta certo una novità.

Vogliono stravincere, dimostrare la potenza della loro ideologia: per creare occupazione bisogna ridurre il costo del lavoro e le garanzie,  corrompendo definitivamente con il ricatto e la  persuasione procedure negoziali e sistema di rappresentanza,  abbassando i salari, facendo concorrenza ai Paesi emergenti e al lavoro nero, al Bangladesh e al Bangladesh in patria, al Terzo Mondo e al Terzo Mondo interno.

Vogliono stravincere, così perdono di vista anche i loro interessi, in un ciclo perverso e ottuso. Le imprese risparmiano sostituendo il lavoro con i posti precari, la sicurezza con la precarietà,  hanno margini di profitto superiori, ma producono sempre meno, prodotti sempre meno competitivi dal punto di vista della qualità, e che nessuno compra, a cominciare dai lavoratori che hanno visto crollare il loro potere d’acquisto.  Ma non si voglio convincere e perseverano in un circolo vizioso e tossico, che ripete e riproduce sregolatezza, disuguaglianza e povertà.

Vogliono stravincere, con la concorrenza, quella sleale, mostrando al mondo – nella prestigiosa vetrina dell’Expo, cui contribuirà insieme all’economia informale,  quella esplicitamente criminale che aspetta questa occasione di sviluppo per consolidare la sua presenza nel sistema degli appalti, nelle istituzioni finanziarie così affini per metodi e obiettivi, in piccole imprese fuori dal contesto profittevole delle relazioni “altolocate” – che non si fanno più minacciare e condizionare da pochi straccioni, che tanto se non cedono dovranno poi de localizzarsi anche loro, che  è dimostrato che non serve investire in innovazione, tecnologia, qualità, che tanto i guadagni si fanno nel solito antico modo, quello dello sfruttamento

Vogliono stravincere, dimostrando che a fare sviluppo ci vogliono grandi opere, grandi eventi, grandi esposizioni grandi emergenze, magari anche grandi terremoti in assenza di grandi guerre e grandi ricostruzioni,  che permettono grandi licenze, grandi deroghe, grandi ingiustizie.


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