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L’HIV ha un inibitore naturale: la proteina cellulare Serinc5

Creato il 01 ottobre 2015 da Abcsalute @ABCsalute
HIV: scoperto un inibitore naturale
HIV: scoperto un inibitore naturale - iStockphoto.com
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I ricercatori italiani del Centro per la Biologia Integrata (Cibio) dell’Università di Trento hanno identificato l’inibitore naturale dell’HIV: la proteina cellulare Serinc5.

Dopo 30 anni di ricerche e circa 39 milioni di morti nel mondo, la ricerca biomedica sembra aver trovato una soluzione naturale al virus dell’HIV responsabile dell’AIDS. La scoperta arriva dal Centro per la Biologia Integrata di Trento.

I ricercatori diretti da Massimo Pizzato hanno studiato il comportamento delle cellule in presenza dell’HIV e la modalità con cui riescono a infettare le altre cellule. Così, è emerso il ruolo della proteina cellulare Serinc5: presente sulla superficie delle cellule, Serinc5 si inserisce nel virus HIV per renderlo inattivo, cioè incapace di infettare le altre cellule. Nonostante ciò, il virus HIV riesce a difendersi grazie alla proteina Nef capace di eludere l’azione antivirale di Serinc5.

La sfida della ricerca biomedica è di rendere visibile Serinc5 agli “occhi” dell’HIV in modo che possa agire indisturbata e inibire la trasmissione del virus. Gli studi continuano, anche in collaborazione con il laboratorio di Heinrich Gottlinger della University of Massachussetts, e nel frattempo la notizia di una cura naturale all’HIV fa parlare di scoperta epocale per la medicina.

Alessandro Quattrone, direttore del Cibio, afferma infatti:

“Questo successo, davvero epocale, di Massimo Pizzato e del suo gruppo è stato reso possibile da una efficiente implementazione presso il centro di nuove tecnologie per la lettura dei genomi, il che conferma quanto il continuo aggiornamento tecnologico sia l’unico modo per stare al passo in un campo ipercompetitivo come quello della ricerca biomedica”. “Dopo anni di importanti investimenti – prosegue Quattrone – possiamo dire che l’Università di Trento, per questo e per altri contributi, è riconosciuta a livello mondiale nello studio delle malattie.”

Fonte e approfondimento: TGcom24 salute.


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