Ispirato a fatti realmente accaduti, nelle sale cinematografiche dello stivale più famoso del globo abbiamo avuto modo di vederlo nel Giugno 2012, ma gli spettatori “festivalieri”, in realtà, già lo avevano visionato presso la sessantottesima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove era stato presentato in concorso.
Secondo lungometraggio per il grande schermo – a dieci anni dall’esordio
Morning (2001) – diretto da Ami Canaan Mann, figlia del Michael autore di Manhunter-Frammenti di un omicidio (1986) e Collateral (2004), qui produttore, Le paludi della morte (2011) approda nel mercato dell’home video digitale grazie a 01 distribution; corredato di contenuti speciali costituiti da trailer e interviste alla regista e a tre dei protagonisti: lo Stephen Graham de L’ultimo dei templari (2011), Chloë”Hugo Cabret”Moretz e il Sam Worthington di Avatar (2009).Con quest’ultimo impegnato a vestire i panni di un agente della Omicidi, si parte da fatti realmente accaduti per farlo affiancare da un collega appena arrivato da New York che, con le fattezze del bravo Jeffrey Dean Morgan, si trova a dover far luce insieme a lui, in una cittadina texana, su una serie di delitti il cui misterioso responsabile usa poi gettare le proprie vittime in un’area paludosa chiamata “Killing fields”.
Quindi, una storia d’indagini che, nel tentativo di dar voce su celluloide a coloro la cui voce è stata soffocata, ancora una volta sfrutta le tanto affascinanti quanto inquietanti scenografie rurali del Texas al fine di delineare un racconto per immagini ad alta tensione; fino all’inaspettata rivelazione finale che, però, giunge soltanto in seguito all’improvvisa sparizione di una ragazzina locale (la Moretz, appunto).
Rimanendo all’interno del catalogo 01, spostandoci, però, nel più rassicurante
territorio della commedia, segnaliamo anche l’uscita in dvd – con un backstage di dodici minuti e un mini-speciale quali extra – di 100 metri dal Paradiso (2012), opera seconda del Raffaele Verzillo che firmò il drammatico Animanera (2008).In questo caso abbiamo il televisivo Domenico Fortunato nel ruolo di Monsignor Angelo Paolini, il quale, profondamente convinto che la Chiesa debba aggiornare il suo linguaggio per poter continuare a testimoniare la parola di Dio al mondo, progetta di mettere su la Nazionale Olimpica del Vaticano per farla partecipare alle Olimpiadi di Londra 2012; pensando, così, di poter risolvere sia le proprie necessità che quelle del vecchio amico Mario alias Jordi”Bad boys 2”Mollà, ex centometrista che, tormentato dal fatto che nella sua carriera ha vinto tutto tranne la citata corsa più importante, cerca riscatto attraverso il figlio velocista che gli ha rivelato, però, l’intenzione di farsi frate.
Al servizio di una gradevole quasi ora e quaranta “per tutti” che, individuando il suo maggior motivo di divertimento in diverse delle battute sfoderate dal mai disprezzabile Giorgio Colangeli, coinvolto nella parte di un ex allenatore, sfodera un cast spaziante tra veri atleti – dal wrestler austriaco Christoph Raber a Chiara Rosa, primatista italiana di lancio del peso – e volti maggiormente legati al piccolo schermo (citiamo solo Milena Miconi e Giulia Bevilacqua); tanto che, senza dubbio, ad apprezzarla saranno soprattutto i seguaci irriducibili delle fiction.
Infine, continuando a sbirciare in mezzo alle novità digitali sfornate dalla label,
non possiamo fare a meno di notare due vere e proprie riscoperte su disco di altrettanti classici nostrani del passato: Cose di Cosa nostra (1971) di Steno e Il bigamo (1956).Attraverso il primo della coppia di lungometraggi, il mitico autore di Un americano a Roma (1954) e Febbre da cavallo (1976) affronta con i consueti toni leggeri una delle tematiche più spinose d’Italia raccontando l’avventura di un siciliano emigrato negli Stati Uniti che, costretto dalla mafia a tornare nel paese natio per uccidere un uomo accusato di essere una spia, si convince a portare a termine l’incarico, nonostante i rimorsi, a causa di una ben precisa ragione: evitare ritorsioni nei confronti della sua famiglia.
Venendo a sapere che i suoi mandanti sono stati uccisi proprio quando sta per farlo; mentre l’insieme si popola di volti noti della filmografia nostrana, da Carlo Giuffré a Pamela Tiffin, passando per Aldo Fabrizi – anche co-sceneggiatore della pellicola, insieme a Roberto Gianviti e Roberto Amoroso – e l’indimenticabile Vittorio De Sica.
Ed è proprio quest’ultimo che ritroviamo nel secondo film, in cui concede anima
e corpo all’avvocato difensore del protagonista: Mario De Santis, ovvero Marcello Mastroianni, intraprendente rappresentante di commercio che vende dentifrici e che, regolarmente sposato con Valeria alias Giovanna Ralli, vede la sua vita sconvolta dal momento in cui viene accusato di essere bigamo.Per oltre novanta minuti di divertente spettacolo che, aggiudicatisi il Nastro d’argento nella categoria relativa al miglior attore non protagonista (Memmo Carotenuto memorabile compagno di cella di Mastroianni), includono tra gli attori anche la grandissima Franca Valeri; mentre De Santis, nel tentativo di provare la propria innocenza, non può fare a meno di doversela vedere, soprattutto, con la collera della moglie.
Buon divertimento!
Francesco Lomuscio