L'Homo del Ponte
Creato il 18 settembre 2013 da Giorgiocaccamo
Il Ponte sullo Stretto non s'ha da fare. Se proprio i traghetti non ci sembrano un'alternativa praticabile (in 20 minuti si è dall'altra parte, ma tant'è), bisogna trovare altre soluzioni. Il tunnel è complicato: persino in quello della Manica c'erano infiltrazioni.
Non so se a questo punto conviene aspettare la prossima glaciazione per (ri)avvicinare Sicilia e Calabria. Anche se qualcuno dice che si allontanino di circa un centimetro ogni anno.
Torniamo indietro. Molto indietro. In un periodo compreso tra 27 mila e 17 mila anni fa, proprio dalle parti di Messina. Nel corso dell'ultima glaciazione sarebbe emerso un "ponte continentale", la cosiddetta Sella (ora sommersa a 81 metri di profondità), che avrebbe permesso all'Homo sapiens di migrare dalla terraferma verso l'isola. Insieme a lui arrivarono anche mammiferi non particolarmente abili nel nuoto. Dunque, se oggi la Sicilia può essere raggiunta a nuoto solo da mammiferi e/o ominidi, anche pelosi, con spiccate capacità natatorie, allora non era così. C'era proprio bisogno del ponte sullo Stretto: per 1.500 anni è rimasto lì. Poi, si sa, la spending review della Storia... In sostanza, e questa è pure una bella notizia per qualche leghista incallito, l'uomo "civile" arrivò in Sicilia più tardi che nel resto d'Europa (lì c'era già 35-40 mila anni fa). E si trattò di una migrazione via terra, senza barconi. Insomma, l'assistenzialismo della geofisica.
Ironia a parte, la scoperta è sicuramente importante. Spiega forse alcuni caratteri dell'isolanità sicula. Si tratta di uno studio, serio, coordinato dall'Enea insieme alla Sapienza di Roma, alla Federico II di Napoli, alle università di Palermo, Messina e Trieste, oltre al Max Planck Institute di Lipsia, l'Australian National University di Canberra, l'Ispra e l'Iamc-Cnr. Un team di ricerca di tutto rispetto: geologi marini, studiosi di tettonica, geofisici, modellisti oceanografici, paleontologi, antropologi. In pratica ai tempi dell'ultima glaciazione il mare si abbassò fino a creare questa sorta di ponte, un passaggio naturale che ha consentito non solo all'uomo ma anche ad altri animali, presumibilmente non in grado di attraversare a nuoto il braccio di mare su cui passavano correnti a 16 nodi (il quadruplo di oggi), di approdare sull'isola. I resti di uno di questi, l'Equus hydruntinus, il cosiddetto asino europeo (letteralmente "di Otranto") ormai estinto, sono stati trovati nella grotta di San Teodoro, in provincia di Messina. Il radiocarbonio li data a 22 mila anni fa.
A quei tempi, il ponte sullo Stretto era roba da asini.
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