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L’identità della sposa. Paz su Duchamp

Creato il 03 giugno 2011 da Vivianascarinci

(…) L’identità esce da se stessa in cerca di se stessa e ogni volta che è sul punto di trovarsi si biforca. Ma gli echi e le corrispondenze tra l’una e l’altra si possono estendere a tutta l’opera di Duchamp. Ci troviamo di fronte a una vera e propria costellazione, in cui ogni quadro, ogni ready-made e ogni gioco di parole è unito agli altri come le frasi di un discorso. Un discorso retto da una sintassi razionale e da una semantica delirante (…) Essendo elementi impregnati di sessualità, segni erotici, non è strano che uno degli  esegeti più diligenti dell’opera di Duchamp abbia identificato il Gas con un simbolo maschile e l’acqua con un simbolo femminile. Due ragioni mi vietano di aderire a questa ipotesi troppo semplicistica. La prima è il discredito in cui sono caduti gli archetipi junghini. Non perché siano falsi ma perché con loro si vuole spiegare tutto e così non si spiega niente. Per questo preferisco chiamare segni e non simboli la Cascata e il Gas da illuminazione. I simboli hanno perso significato a forza di averne tanti e tanto contraddittori. Invece i segni sono meno ambiziosi e più agili non sono emblemi di “una concezione del mondo” ma parti mobili di una sintassi.(…)

Octavio Paz da Apparenza nuda, Abscondida, Milano 2000, p. 92

qui ancora Paz  sulla Sposa



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