L'ignobile muro di gomma delle forze dell'ordine. Subisci un abuso e di fatto ti impediscono di denunciare. Così tutti i dati sul crimine sono falsati

Creato il 02 aprile 2015 da Romafaschifo
Io e la mia ragazza siamo fermi sotto un balcone in zona Colosseo, seduti sul gradino di un negozio chiuso. Una Mercedes scura ci si ferma avanti e un uomo ben piazziato e alto due metri, apparentemente di origini marocchine (ma non è rilevante, non è lui il cattivo della storia), viene verso di noi e afferra la borsa della mia ragazza, che però la ritrae in tempo. Il ragazzo inizia a correre verso la sua auto ma nel frattempo lo afferro, perché in mano tiene una borsa identica a quella della mia ragazza. Probabilmente così nel caso in cui venisse preso gli basterebbe liberarsi della borsa rubata e asserire che quella che ha tra le sue mani è la sua, anche se chiaramente è solo la borsa di uno scippo precedente. La mia ragazza, per evitare una molto probabile colluttazione, mi fa vedere che ha la sua borsa con sé, quindi lascio andare il ragazzo che sale in auto e fugge via con il suo compare, verso nuovi scippi.
Un po' scossi per l'accaduto, non abbiamo preso il numero di targa, per quanto comunque sia facile che quell'auto fosse stata rubata al momento. Decidiamo così di concludere la nostra serata e di prendere i mezzi per tornarcene a casa a riposare. Il giorno dopo, infastiditi comunque dal fatto che questi delinquenti possano dormire sonni molto più tranquilli delle persone per bene, decidiamo di spendere la domenica mattina facendo una passeggiata fino al commissariato più vicino, che, per dovere di cronaca, è il Commissariato di Polizia "Fidene Serpentara" a Montesacro. 

Arrivati allo sportello diciamo di voler sporgere denuncia, ma quando capiscono che siamo riusciti a sventare il furto si mostrano spaesati, come a chiedersi perché siamo comunque andati lì a disturbarli, se non dobbiamo neanche riavere i documenti nuovi. Al che gli faccio presente che comunque la mia ragazza è stata violentemente strattonata da un uomo alto tre volte lei, e che avevamo pensato che visto che la strada in cui avevamo subìto l'aggressione è piena di telecamere, loro avrebbero potuto facilmente reperire un video dell'accaduto. Volendo.

Per farmi contento, qualcuno ci chiede dove sia avvenuto il tentativo di scippo, e quando precisiamo che questa via è in zona Colosseo ci viene risposto che allora dobbiamo andare a denunciarli al Commissariato competente. Con pazienza gli faccio notare che se mi rubano la macchina a Roma mentre sono a Milano, non devo prendere il treno e tornare a Roma per sporgere denuncia. Quando mi rispondono qualche altra cosa senza senso la mia ragazza si inalbera e gli spiattella tutte le sue competenze legali, perciò decidono di uscire tutti fuori a fumare una sigaretta lasciando lei a parlare con un ragazzotto allo sportello che in quella sede ha chiaramente tanto potere quanto quello dell'uomo delle pulizie.


Alla fine quindi, per zittire la mia ragazza e mandarci via, qualcuno ci fa dare un foglio svolazzante, ci dice di tornare a casa e riscriverlo a computer per compilarlo. Tornare a casa, riscriverlo a computer. In un ufficio burocratico. Come se poi ognuno di noi fosse davvero obbligato a possedere un computer. E non mi dicono di spedirlo via email, poi, ma di tornare lì con il foglio riscritto da zero e compilato nelle sue parti e consegnarlo.
Il foglio - ciliegina sulla torta - non riguardava neanche una denuncia, ma un esposto. 

Per chi non sapesse la differenza, con la denuncia si informano le autorità di un reato perseguibile d'ufficio, e con l'esposto si informano le autorità di dissidi tra privati. Insomma, se non riescono a prendersi la borsetta con la forza allora hai avuto un piccolo battibecco privato. Io e la mia ragazza ci guardiamo sconsolati, capendo che non c'era nulla che avremmo potuto fare, oltre a scrivere la presente, per salutare i due furfanti e rassicurarli sul fatto che possono dormire sonni beati da qui a sempre.
Daniele

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