Nessuna novità in queste elezioni comunali, a parte la sfrontataggine dei concorrenti che viene liberata dagli ultimi residui di pudore. Non è stata colta la grande opportunità di un nuovo percorso ed eccoci qui, ancora una volta, a veder gareggiare i due clan rivali: Rollandin e Viérin. Si può dire che anche la nostra “primavera valdostana” è stata una bufala come quella libica. Con le inevitabili differenze e proporzioni, anche da noi quello che è stato solo un conflitto di interessi politici ed economici è stato interpretato come un desiderio di rinnovamento. Le tribù libiche chiedevano una migliore e generosa distribuzione dei proventi del petrolio, il clan Viérin una più favorevole ripartizione del potere. Abbattere il tiranno è stato lo slogan che ha unito là le truppe militari e qui i consiglieri dell’opposizione. In Libia il dittatore è stato annientato con metodi violenti, da noi neppure con quelli democratici.
Un riassunto spiccio. Tutto nasce con il referendum contro il pirogassificatore. Viérin (Dino) intuisce che può essere l’occasione giusta per mettere all’angolo il rivale, aspetta i risultati e quando si rende conto che il suo apporto può essere determinante vota e fa votare contro. Rollandin perde e incassa la prima batosta. Poi la scissione del suo partito e incassa la seconda. L’adrenalina pompa nelle vene dei fuoriusciti che si sentono degli eroi, in realtà sono mercenari al comando del duca contro l’imperatore per la conquista del territorio. Si tratta comunque di una ventata che rompe la quotidianità stantia della politica locale. A questa si aggiunge il M5s che entra per la prima volta in Consiglio. A mantenere alta la temperatura in aula ci pensano i numeri: 18 a 17. La minoranza si compatta e grazie ai franchi tiratori la Giunta perde colpi a ripetizione. E qui fa il suo ingresso il più grave errore tattico che pregiudica la possibilità di un rinnovamento. La tattica non serve se non c’è una strategia. L’unica grezza e primitiva la possiede Viérin: abbattere il capo e occupare il trono. Gli altri la assecondano convinti di un facile successo che possa sfamare le loro ambizioni. Il terreno si fa instabile. Sabbie mobili catturano le energie e frenano i movimenti. Non basta il brindisi alla Gabella per decretare la vittoria, ci vogliono le dimissioni che Augusto non dà. E perché mai dovrebbe conferirle, se le condizioni legittime non sussistono? Il prosecco va di traverso. Si scrivono nuove sceneggiature. Scialbe e inconcludenti: la legge è chiara e i numeri per il ribaltone non ci sono. L’errore fatidico che ha condannato il centrosinistra a servitore delle due Union è stato quello di farsi usare dai Vièrin per le loro finalità erroneamente viste come la Renaissance. Alpe, PD e M5s si sono lasciati strumentalizzare, perché incapaci di andare oltre l’orizzonte del loro orticello mentale. Fermi al dualismo facilone del bene contro il male. Loro il bene e Rollandin il male, ovvio. Cosa avrebbero dovuto fare? Lo ripeto. Mantenere l’Union divisa. Usare La Torre e i Viérin per mettere all’angolo Rollandin e poi accordarsi con quest’ultimo da un punto di forza favorevole. Trattare con l’Imperatore per portarsi a casa dei risultati capaci di silenziare i malumori dell’elettorato, come l’assessorato all’Ambiente dato a Roscio per fare un esempio. (Centoz ci aveva provato e anche Floris, ma sono stati subito silenziati dai loro eletti, duri e puri). Cosa si sarebbe ottenuto? L’entrata in Giunta e quindi la possibilità di fare alcune cose buone. Il confino dell’altra metà dell’Union condannandola a una dieta coatta (questi senza soldi non possono mantenere i loro elettori) e magari rosicare un po’ di loro voti. Il Sindaco e alcuni consiglieri in maggioranza al Comune di Aosta. Pd e Alpe rimanere uniti. Vi pare poco? A me sembra quasi una rivoluzione. Invece tutti a inseguire lo slogan di Laurent che vedeva in Rollandin l’unico obiettivo politico da perseguire, forse per lui e per il suo esercito è così, ma per noi? A noi che ce frega di essere governati da un Rollandin o da un Viérin quando il problema è questa lotta intestina? Questa Union valdotaine che seppur spezzata in due egemonizza la politica e l’amministrazione da più di trent’anni? L’incapacità di guardare al dopodomani ha distrutto l’alleanza, diviso il centrosinistra e mantenuto il vecchio duello. Da una parte il Pd sorregge una parte dell’Union e dall’altra Alpe e Sinistra-con-i-controcazzi sorregge l’UVP. Ancora una volta comparse, quando potevano recitare da protagonisti. Ancora una volta al servizio di giochi altrui… non ne verremo a capo mai. Non ci sono teste, questa è l’amara verità. Ci fossero state avrebbero anche tenuto conto che alle prossime elezioni regionali il quadro si sarebbe presentato diverso: un centrosinistra compatto e con esperienza di governo, un Viérin invecchiato e l’altro infiacchito dall’assenza di potere. Invece Alpe i Viérin ce li porta pure in Comune! Probabile che andremo a elezioni anticipate, così Rollandin si confermerà per altri cinque anni e Viérin lo inseguirà con la rabbia e la cocciutaggine di chi vuole, assolutamente vuole prendergli il posto.
L’alternativa all’ulcera rimane l’immaginazione. Votate Patuasia.