Il Wwf ha evidenziato che ogni anno vengono impiegati circa 95 milioni di metri cubi d’acqua e 600 gigawattora di energia, per una spesa di 136mila euro per ettaro di pista. Secondo G. Giacometti, dottore forestale della sezione del Cai di Padova, l’innevamento artificiale comporta inoltre conseguenze negative per la vegetazione.
La neve artificiale è caratterizzata da un alto contenuto di acqua liquida, circa il 15-20 per cento rispetto al 7-10 per cento della neve naturale, di conseguenza ha un peso maggiore e una minore capacità di isolamento termico che la neve asciutta eserciterebbe fra suolo e atmosfera. Questi fattori comportano il congelamento del suolo impedendo il passaggio di ossigeno e provocano l’asfissia del sottostante manto vegetale, il quale è soggetto in seguito a morte e putrefazione.
Nei luoghi soggetti ad innevamento artificiale è stato riscontrato un ritardo dell’inizio dell’attività vegetativa, fino a 20-25 giorni rispetto alla media. Il deterioramento del manto erboso rende i pendii più soggetti all’erosione e altera l’ecologia e la biodiversità dei versanti montuosi.
In conclusione, se da un lato l’innevamento artificiale contribuisce a salvare l’economia di molte località sciistiche e numerosi posti di lavoro, dall’altro causa danni gravissimi al territorio testo.
L’utilizzo dei cannoni sparaneve andrebbe quindi regolamentato e sottoposto ad accurate valutazioni di impatto ambientale.
(fonte: http://www.lifegate.it)