L’importante è esagerare, la nostra top 5 delle canzoni di Enzo Jannacci

Creato il 30 marzo 2013 da Commarebradipina

Le Commari oggi sono un po’ più tristi: se ne è andato Enzo Jannacci, uno dei pochi grandi geni rimasti nel nostro fottuto e bistrattato Paese. Un cardiologo (mica l’ultimo dei fessi uno che ha collaborato con Barnard, il chirurgo che per primo eseguì un trapianto di cuore), un cabarettista, un attore, un cantautore, un tifoso milanista: cioè spiegateci come uno la mattina può operare e la sera cantare Vengo anch’io no tu no. L’unica ragione è essere geni, ma in questo caso, grazie a Dio, Enzo Jannacci era iper compreso. E mentre sogniamo che la “portiera si apra” ed Enzo nostro torni in mezzo a noi, vi proponiamo la top 5 delle nostre canzoni preferite di Enzo Jannacci.

Partiamo dalla canzone preferita dalla Bradi, Ho visto un re che Enzo Jannacci ha cantato il coppia con Giorgio Gaber, scritta dal premio Nobel Dario Fo, meraviglia delle meraviglie, dietro quella che sembra essere una semplice canzonetta si nasconde una canzone di protesta.

Il nostro verso preferito è quello finale

E sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam
e sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam!

La nostra seconda canzone preferita di Enzo Jannacci è Mexico e Nuvole, scritta dall’idolo Paolo Conte e da Jannacci portata al successo

Mexico e nuvole la faccia triste dell’America
il vento insiste con l’armonica,
che voglia di piangere ho.
Intorno a lei intorno a lei
la chitarra risuonerà
per tanto tempo ancor
e il mio amore per lei
i suoi passi accompagnerà nel bene e nel dolor

Al terzo posto, Quelli che canzone “aperta” (chi di noi non ha mai fatto o scritto una lista di quelli che?) che in molti conoscono perché era stata usata dalla primissima edizione di Quelli che… il calcio, fu lo stesso Jannacci, milanista come le Commari, a “donarla” a Fabio Fazio. Ecco la prima edizione di Quelli che, correva l’anno 1975:

È talmente bella che non riusciamo a scegliere nessun verso, fate un po’ voi.

Quarto posto per Vengo anch’io no tu no, una canzone che amiamo da quando eravamo bambine, apparentemente nonsense, ma come sempre geniale.

Il nostro verso preferito, a leggerlo adesso fa quasi venire i brividi, ma rimane splendido:

Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale
Vengo anch’io? No tu no
per vedere se la gente poi piange davvero
e scoprire che battono anche le suore
e vedere di nascosto l’effetto che fa

La quinta canzone è La mia gente e ci piace chiudere così, con una canzone che in pochi conoscono, ma che possiamo dedicare a quelle persone a cui Enzo Jannacci ha dedicato la sua intera carriera, gli emarginati, i senza voce, eccola splendida:

Parappara… La mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge,
io sto a guardare fuori fuori che piove
e di questo morire non ne voglio capire.
la mia gente, la mia gente muore e nessuno se ne accorge

Le Commari non sono state così sdolcinate, la colpa è tutta del sior Enzo Jannacci.

Tristemente vostre,

Maria Enza e Maria Vincenza

p.s. Una bonus track, una delle più belle canzoni del fantasista Jannacci:

C’è chi in fondo al suo cuor ci ha una pena,
c’è chi invece ci ha un altro problema,
e c’è sempre lì quello che parte
ma dove arriva, se parte?


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