Magazine Cinema

L’importanza di chiamarsi Diabolik

Creato il 03 novembre 2012 da Af68 @AntonioFalcone1

L’importanza di chiamarsi DiabolikNon avrei mai immaginato che il destino ci riservasse di morire insieme”.
“Non m’importa di morire, perché so che uccideranno anche te!”
Ero certo che avresti parlato così.
Sei sempre stato pronto a sacrificare la vita pur di distruggermi
”.
“Sì. Ho lottato contro di te con tutte le mie forze. Devo ammettere che certe volte ho persino creduto di combattere un criminale fantasma”.
“Noi stiamo per morire e … questo è il momento della verità … Diabolik, chi sei?
Non so chi sono”.
Qualcuno mi ha raccontato che in un’alba livida di autunno …

L’importanza di chiamarsi Diabolik

Angela e Luciana Giussani

Dialogo tra l’ispettore Ginko e il re del terrore, Diabolik, tratto dalla storia Diabolik, chi sei?, n.5, anno VII, 1968 (soggetto di Angela, sceneggiatrice, e Luciana Giussani, disegni di Glauco Coretti ed Enzo Facciolo): i due eterni rivali, il bene e il male nella loro integrità, tra varie sfumature, l’uno di fronte all’altro, prigionieri di una banda di criminali sulle cui tracce si erano mossi entrambi, per motivi diversi.

Un colpo di scena dopo sei anni dall’esordio del genio del male (1 novembre 1962, Il re del terrore, Casa Editrice Astorina, soggetto delle sorelle Giussani, sceneggiatura di Angela, disegni di tale Zarcone), nella migliore tradizione del giallo-noir, con echi da feuilleton, che “il fantastico duo”, avendo Fantomas (1911, Marcel Allain e Pierre Souvestre) ben in mente, ebbe l’intuizione di attualizzare in un insolito (anche per il formato) fumetto nero, inedito e innovativo nell’ambito dei comics nostrani.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :