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L’Imprenditore che guarda al Giappone

Creato il 25 aprile 2011 da Fugadeitalenti

Dopo anni di lavoro in Italia e sogni infranti ho avuto l’occasione di andare negli Stati Uniti, il Paese in cui le cose di cui si parla accadono“: inizia così la storia di espatrio di Luca Escoffier, 36enne imprenditore innovativo, specializzato nel trasferimento tecnologico. Un vero e proprio “cittadino del mondo”, Luca. Che ora ha deciso di varcare un’altra frontiera, trasferendosi in Giappone. Una nazione devastata da tre diverse catastrofi. Che resta -parole sue- “un Paese dove esistono tante regole, ma dove la professionalità delle persone è altissima, e c’è una grande considerazione dell’onore”.

Luca inizia la sua carriera con una Laurea in Giurisprudenza, seguita da un Master in Diritto Industriale. I primi anni professionali trascorrono tranquilli, tra studi legali e aziende biotech in Italia. La routine della normalità si interrompe improvvisamente solo tre anni fa, con un trasferimento a Seattle, dove Luca ottiene l’incarico di “Visiting Lecturer” presso la University of Washington. Gradualmente, comincia a specializzarsi in diritto industriale e nanotecnologie, ma la sua vera passione diviene il trasferimento tecnologico. Nel 2009 viene selezionato come Fellow per l’Istituto di Diritto Industriale dell’Ufficio Brevetti giapponese.

Nel 2010 l’anno di svolta: Luca apre una start-up con base a Seattle, la “Usque ad Sidera”, che si occupa di consulenza strategica sul trasferimento tecnologico e sui brevetti. Ma -soprattutto- trascorre l’estate presso la Singularity University, nella base della Nasa in Silicon Valley, dopo essere stato selezionato insieme a un ristrettissimo gruppo di italiani.

Alla fine di quell’esperienza Luca crea un programma di assistenza per le start-up italiane a Seattle, e inizia le pratiche per trasferire la sua azienda in Giappone. Guardando all’Italia, ora nutre un atteggiamento ambivalente: da un lato non intende abbandonarla – anzi, afferma l’importanza di arricchirsi all’estero, per poi tornarvi, “importandovi” le competenze acquisite fuori. Dall’altro, però, vede nel Belpaese “molta inerzia, e soprattutto la tendenza a fare il furbo. Fino a quando adotteremo questo approccio l’Italia sarà destinata all’oblio“.

Ospite della trasmissione è Chiara Giovenzana, giovane amministratrice delegata di un’azienda biotech con sede a Basilea, in Svizzera. Anche Chiara ha frequentato -insieme a Luca- la Singularity University. Il suo sogno è quello di poter trasferire la sua azienda -un giorno- in Italia. Con lei affrontiamo il tema della necessità -per il Belpaese- di riconnettersi con i suoi giovani imprenditori innovativi dispersi all’estero.

Nella rubrica “Spazio Emigranti” proseguiamo la nostra inchiesta tra i Consolati italiani presenti nelle nuove città di espatrio dei giovani professionisti. Oggi facciamo tappa nel mondo “down under”, indagando sui numeri dell’emigrazione dei nostri talenti a Sydney. Lo facciamo con Benedetto Latteri, Console Generale a Sydney.

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La discussione di questa settimana: Investimenti  sull’innovazione, ritorno al rispetto delle regole, promozione del valore della professionalità quali antidoti al declino? Sono questi i tre ingredienti-base per evitare la fuga dei giovani professionisti dall’Italia? Qual è la vostra ricetta?

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Alla prossima puntata: sabato 30 aprile, dalle 13.30 alle 13.55 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!



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