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L’imputato ed il “guitto”… “c’è ‘n manicomiu”

Creato il 07 novembre 2015 da Paologiardina

Un proverbio siciliano recita " Acqua ca duna a tanti vadduni a mari 'un ci n'arriva". Bene, noi italiani siamo come quell'acqua, ci dividiamo in tanti torrenti per cui, non arriviamo mai al mare.

L'ex ministro Calogero Mannino era accusato dalla Procura di Palermo di aver avviato la trattativa fra pezzi dello Stato e i vertici di Cosa nostra, un reato per il quale erano stati richiesti nove anni di carcere.

Accade che, il Gup assolve l'imputato, l'imputato attacca il " guitto" ed il " guitto " si arrampica sugli specchi.

Le motivazioni della sentenza arriveranno, mentre le dichiarazioni dei duellanti sono attuali. L'imputato ha dichiarato che " ai pm interessa lo spettacolo che un guitto ha fatto in alcuni cinema in cui impartiva loro gli indirizzi relativi al processo". Il " guitto " risponde per iscritto sostenendo, nei fatti e sul Fatto, che le uniche sentenze, di assoluzione o condanna, che contano sono quelle sue.

Il popolo si schiera dividendosi in tanti torrenti... e ci siamo incartati, perdendo di vista l'elemento essenziale dell'intera faccenda: le responsabilità politiche, per le quali non c'è alcuna assoluzione.

Tutti insieme, noi del popolo sovrano, a maggioranza, abbiamo stabilito che la rivoluzione della " politica " deve avvenire per via giudiziaria, affidando ai pubblici ministeri, ad interim, l'onore e l'onere di combattere la cattiva politica. In altre parole pensiamo che solo attraverso la via giudiziaria e le eventuali condanne possiamo convincerci, noi stessi, che certi personaggi vanno sostituiti.

Però, in alcuni casi, sembra che i processi ai politici non sono celebrati per stabilire le responsabilità penali degli imputati, ma per la sostituzione.

Insomma, " c'è 'n manicomiu ", ci sono magistrati che fanno politica, altri che puntano a riscrivere la storia, e poi ci sono giornalisti che fanno i magistrati. Ognuno aspira ad occupare i ruoli dell'altro.

La prova del nove sarà " la rottura del silenzio " prevista per il 14 novembre. Una manifestazione nella capitale, che invece di essere una legittima espressione di solidarietà ad un magistrato in prima linea minacciato di morte dalla mafia, diventerà il solito girotondo contro la cattiva politica.

E, si sa... col tanto girare... si comincia con il " giro giro tondo" e si finisce " tutti col culo per terra ".

Originale su Free Journal Archivio della rubrica

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