Libro poco conosciuto e di difficile reperibilità, questo 8° romanzo dello scrittore bolognese Enrico Brizzi è stata una sorpresa consigliatami da amici. Se lo avessi visto in vetrina, con la copertina raffigurante giocatori di calcio, e memore di Jack Frusciante Uscito dal Gruppo, letto da ragazzo, lo avrei lasciato sullo scaffale. Ma i consigli degli amici vanno ascoltati, soprattutto quando ti rivelano che si tratta di un’ucronia ben fatta di un’epoca nera di casa nostra.
Trama
Mussolini non ha spalleggiato la Germania di Hitler, ma ha dato manforte alle truppe alleate. La parte degli infami di Europa spetta alla Francia, e noi vinciamo la guerra, evitando così l’onta e la vergogna che ci hanno coperto nel nostro universo narrativo. In questo invece, sono passati più di 15 anni, e siamo negli anni ’60. Un giornalista sportivo della rivista Stadio, Lorenzo Pellegrini, viene inviato in punizione a seguire la serie Africa, campionato di calcio delle nostre colonie. La squadra che vincerà il campionato, potrà venire in Italia a giocare nel torneo 7 Repubbliche. Lorenzo, dapprima riluttante e infelice, si ambienterà a poco a poco, scoprendo nuovi amici e nuove passioni.
Considerazioni
Un libro senz’altro coraggioso, che ha avuto altri due capitoli, uno dei quali un prequel. Il rischio corso da Brizzi, è di scontentare i lettori politicamente ignoranti, cioè quelli che ci vedranno un romanzo di destra (per la situazione stabile dell’inizio romanzo, che sembra voler suggerire che il fascismo poteva funzionare) e quelli che ci vedranno invece un romanzo di sinistra (per via di “un’inattesa piega degli eventi”). Io ritengo invece che la chiave di lettura sia ben diversa. Si parla sì di una dittatura sul viale del tramonto, si parla anche degli anni ’60 come potevano essere, ma si parla soprattutto di sport e vicende umane.
Brizzi fa un ottimo lavoro di ri/costruzione storica, mischiando personaggi reali ad alcuni che potevano essere, di eventi inventati ma plausibili. Sicuramente gli amanti dello sport nazionale si godranno anche le parti in cui si descrivono le partite di calcio, parti che purtroppo, limite mio, avrei preferito fossero più brevi. Ripeto, problema mio che non ho interesse per il calcio.
Forse l’unico difetto che posso imputare a questo romanzo, è l’eccessiva lunghezza, penalizzata dalla mancanza di una focalizzazione e obiettivo in alcuni tratti.
Un romanzo che vi consiglio, specialmente se amate la storia, l’ucronia e lo sport, e se vi siete sempre chiesti come sarebbe andata se ci fossimo comportati da gentiluomini. Unico vero problema, la reperibilità dei romanzi della trilogia, inspiegabilmente non presenti negli shop on line e ancor meno nelle librerie, tranne l’ultimo capitolo ancora presente in rete.