“L’incanto delle donne del mare” – Fosco Maraini al MAO

Da Paola Sereno @paolasereno

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Le giovani erano spesso bellissime; i loro corpi gentili e forti scivolavano nell’acqua con la naturalezza d’un essere che si trova nel proprio elemento.

Sono le donne Ama che, nel Giappone profondo degli anni ’50, si spogliavano con naturalezza, si tuffavano in mare e nuotavano in apnea per raccogliere sul fondo – anche a 20 metri di profondità – i preziosi molluschi awabi.

Fosco Maraini cercò a lungo i luoghi in cui la modernità non avesse ancora offuscato la tradizione, e trovandoli infine nell’Arcipelago delle Sette Isole si fermò qui per due mesi, a fotografare e filmare.
Il risultato di quei due mesi sono splendide foto in bianco e nero, alcune scattate sott’acqua con una tecnologia decisamente home-made (praticamente uno scafandro in cui inserire macchina fotografica e cinepresa) e una pellicola non proprio in ottime condizioni. Bastano e avanzano, ad ogni modo, per svelare quello che – come recita il titolo della mostra- è l’incanto delle donne del mare. Serpeggia un sottile erotismo, in queste foto di giovani donne a seno nudo, a picco nelle profondità marine legate solo a una corda. Ma i loro corpi paiono quelli di atlete, allenati dall’esperienza e dal contatto con l’acqua. L’espressione determinata e serena, senza malizia nè sforzo apparente.

Le anziane, con anni d’esperienza divenuta istinto e seconda natura, riuscivano a spostarsi rimanendo quasi immobili, consumando la propria riserva d’aria con grande giudizio; esse lavoravano soprattutto cogli occhi e coll’intelligenza planando leggere tra le rocce e le alghe, dirigendosi senza errori verso i nascondigli preferiti dagli awabi.

Il reportage fotografico divenne un libro intitolato “L’isola delle pescatrici“, di grande successo in Occidente (forse grazie anche a tutte quelle donnine a seno scoperto). La mostra allestita al MAO non è enorme, giusto una sala, però suggestiva. E poi a me il MAO piace sempre, così annidato in mezzo al Quadrilatero Romano, con quel portone pesante e quel giardino zen che ti accoglie all’ingresso…mi dà calma e forza solo ad entrarci dentro, e mi sento un po’ Ama anch’io.

“L’incanto delle donne del mare” fino al 21 settembre al Museo d’Arte Orientale di Torino

http://www.maotorino.it/mostra.php?id=114


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