Magazine Diario personale

L'Incanto e l'Arcano

Da Tmartino @pointlessmuse

Diana-Ecate, infatti, è seguita nelle sue peregrinazioni notturne da una schiera di morti che non trovano pace: i morti anzitempo, i bambini rapiti troppo presto alla vita, le vittime di una fine violenta.Alle schiere notturne vaganti guidate da una figura femminile si accenna in un passo di Guglielmo d’Alvernia (m. 1249). Secondo il volgo, una misteriosa divinità (ma si tratta in realtà, spiega Guglielmo, di un demonio), chiamata Abundia o Satia, gira di notte per case e cantine, accompagnata dai suoi seguaci, mangiando e bevendo ciò che trova: se s’imbatte in cibi e bevande lasciate come offerte, procura prosperità alla casa e ai suoi abitanti, altrimenti si allontana rifiutando la sua protezione. A «dame Abonde» e ai suoi seguaci allude anche un passo del Roman de la Rose, composto, com’è noto, verso la fine del ‘200: alcuni credono (ma il poeta giudica tutto ciò «folie orrible») che i terzogeniti siano costretti ad andare, tre volte alla settimana, in compagnia di dame Abonde nelle case dei vicini. Nulla li può fermare, né muri né porte sbarrate, giacché è soltanto la loro anima che viaggia, mentre il corpo rimane immobile: se qualcuno però lo volta, l’anima non può più ritornarvi.
(Carlo Ginzburg, I benandanti. Ricerche sulla stregoneria e sui culti agrari tra Cinquecento e Seicento, Einaudi, 1966, n.ed. 1972, 2002)

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