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L’inciviltà dei condomini italiani

Creato il 15 settembre 2012 da Suerte77

L’inciviltà dei condomini italiani

Raramente uso il mio blog per parlare di vicende private perché preferisco dedicarmi a qualcosa di più asettico e leggero come le recensioni cinematografiche, ciononostante a volte quando mi scoppia la vena della fronte in qualche modo bisogna che metta nero su bianco ciò che mi fa incazzare perché altrimenti penso che potrebbe venirmi quell’ulcera gastrica che mi aspetta al varco da circa 15 anni.

Oggi certo non sono nel massimo della felicità, sarà che uno il sabato pomeriggio vorrebbe starsene con le palle in pace, musica di sottofondo, televisione accesa a caso ma senza volume, cazzeggio multiforme e via dicendo MA arriva l’imprevisto che scombina le carte in tavola e buonanotte ai suonatori. Se poi vedi pure che il tuo maggior problema (rappresentato dal parente molesto che ha bisogno di una connessione libera per lavorare) invece di fare il proprio dovere cazzeggia alla grandissima riducendo il tuo tempo di relax a poco o niente beh allora un sonoro vaffanculo ti scappa dalle labbra e pazienza per il galateo.

Ma torniamo all’argomento principale ossia l’INCIVILTA’. Lo scrivo bello grande per sottolineare quanto mi dia fastidio e come sia impossibile ignorare questo concetto soprattutto se hai quella fortuna così speciale di vivere nel Bel Paese (uno di quei simpatici e antiquati soprannomi affibbiati all’Italia da qualche simpatico umorista). L’italiano medio ignora l’educazione, che sia al volante, in bicicletta, in motoretta, in pullman, a piedi, in spiaggia, al ristorante, in coda alla posta o in fila al check in di un aeroporto. Ma l’italiano si scatena anche nel condominio in cui vive soprattutto se l’appartamento che ospita lui e la sua prole è in affitto e non di proprietà. Qui la sua fantasia non conosce limiti e si manifesta in molteplici modi, non ultimo il fracasso ad ogni ora o l’occupazione indebita e continua dell’ascensore a qualunque ora del giorno che siano le 7 del mattino o le 8 di sera. Ma dai parliamo francamente: tutto questo è abbastanza comune e diciamo che può essere anche sopportabile se si ha una soglia di pazienza molto ma molto alta (non è il mio caso chiaramente). La cosa che non sopporto è proprio l’inciviltà che si manifesta in modi deprecabili perché nati nell’anonimato e lesivi non solo di chi vive in questo condominio ma anche di chi potrebbe entrarci anche solo per un appuntamento dalla ginecologa o per far visita ad un parente. Parlo di due cose in particolare: le bestemmie e le svastiche, entrambe incise o scritte sulle pareti dell’androne.

Parliamoci chiaro. Vivo in un condominio di una zona fino a poco tempo fa abitata solo da anziani o da famiglie entrambi nati per la maggior parte in questo quartiere che si trova proprio al centro della città. Ebbene quando ero piccolina mi ricordo che per poter avere accesso ad un appartamento nel mio palazzo bisognava presentare le credenziali al proprietario e non era detto che ottenessi il beneplacito. Sarà stato esagerato ma almeno si teneva il quartiere pulito e rispettabile. Poi da un paio d’anni a questa parte ecco che la situazione è cambiata, talmente tanto che non faccio altro che incrociare personaggi dalla dubbia educazione, vestiti come grezzi di periferia, con la parolaccia sempre in bocca, che sbattono il portone nuovo, sporcano l’androne nuovo, elegante, pagato a caro prezzo anche dalla mia famiglia che è una delle poche che ha la proprietà dell’appartamento in cui vive. Insomma una cosa insopportabile proprio perché va a rovinare la tranquillità in cui eri abituato a stare. Io non tolgo il saluto a nessuno ma non è detto che gli altri rispondano al mio buongiorno, più facile che stiano a stazionare tutta la mattina proprio davanti al tuo portone a cazzeggiare con amici schifosi come loro. Io vedete ho fatica a sopportare i cambiamenti, sono un Capricorno che come si sa è un segno che predilige le tradizioni e le abitudini e che odia lo stravolgimento del suo tran tran.

Vedere che qua dove sono vissuti e morti i miei nonni la situazione è diventata così tremenda è difficile da mandare giù. Ho rispetto per i miei cari, soprattutto per coloro che non ci sono più, ma soprattutto ho dei principi morali molto forti. Non sono una cattolica praticante, non credo assolutamente nella Chiesa ma odio da sempre le bestemmie perché rappresentano la bassezza umana, uno strumento facile da utilizzare ed efficacissimo nel colpire la gente, odioso perché vile, nato soprattutto dall’assenza di rispetto e umanità, frutto di menti piccole e ignoranti. Lo odio e quando ho visto una di queste perle accanto alla pulsantiera dell’ascensore mi sono sentita sporca.

Oggi invece è stato il turno delle svastiche, comparse a distanza di qualche mese dalla bestemmia, evidentemente frutto della stessa mano ignorante. Mi si dica cosa si deve fare in queste circostanze perché l’unica cosa che mi sono sentita dire in casa è stato “lascia perdere, ignoriamo la cosa tanto non ci si può fare niente e rischiamo ritorsioni”. Poi si parla dell’omertà siciliana. Anche questa è una forma di omertà, un girarsi dall’altra parte quando il branco se la prende con il debole o quando una donna ha bisogno di aiuto, o quando si sentono delle urla e dei piatti rotti dietro la porta del vicino. Forse non sarà la stessa cosa ma se al mondo non si protesta per le ingiustizie o per questo genere di cose, è chiaro che questo paese di merda continuerà a peggiorare.

Ciò che posso presumere è che la mano sia di una persona giovane e ignorante e in questo palazzo questa specie abbonda tra adolescenti che non vanno a scuola e cazzeggiano con la musica a palla tutto il giorno. Ovviamente si tratta di un maschio perché solamente un idiota con i brufolazzi e i baffi setosi può fare una roba simile, le femmine (le peggiori intendo)preferiscono darla via un tanto al chilo. Queste sono le generazioni moderne e questi sono i quartieri globalizzati, quelli che vedono mischiarsi le classi sociali in un guazzabuglio pericoloso e sbagliato. Sarò classista ma per me ognuno dovrebbe nascere vivere e morire nel quartiere di provenienza e tra i suoi simili.

 


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