Magazine Diario personale
Un attimo fa ero seduta sul divano con questo libro tra le mani, una tazzina di caffè fumante sul tavolino giallo Ikea, l'allarme di un'auto che suonava in strada, l'inconfondibile cielo grigio della mia città, le luci delle case già accese alle quattro del pomeriggio, gli stivali di gomma appena sfilati.
Leggevo, leggevo e a un certo punto ho alzato la testa e ho pensato molto chiaramente: questo è uno degli attimi più felici della mia vita. Forse il più felice di tutti.
E non era successo un bel niente di speciale, né di bello, né di nuovo. Le solite cose, la solita giornata, le solite destabilizzanti paure, le solite grandi speranze, il solito amore, le solite fortune, le solite sfortune, la mia solita faccia nello specchio, il solito silenzio, il solito rumore. E allora? Cosa c'era di tanto unico? Cos'è che mi ha fatto alzare, senza ancora aver finito tutto il libro (ma quasi) e correre qui in scivolata a raccontarlo?
Possibile che un libro abbia questa forza, questo senso, questo valore e questo potere di rendere un momento qualsiasi il più felice di una vita? Possibile che io mi sia sentita come Rose. Una bambina di nove anni che sente le emozioni, gli stati d'animo, le aspettative, l'umore delle persone dentro i cibi che queste hanno cucinato.
- nella torta della mamma, sente il suo dolore. In un panino del bar sente la fretta, nel brodino della mensa il rancore, nel lecca lecca: il nulla del processo industriale etc. etc. -
Eppure Rose, quando scopre questa capacità, non è poi così tanto felice. Anzi, la sua viene scambiata per un'allucinazione psicotica e a un certo punto finisce anche al pronto soccorso. Boh, sarà che anche io proprio da quell'età ho iniziato con le mie fantasie terribili (panico, ipocondria) o meravigliose (sogni a occhi aperti, mondi strabilianti) che fossero e un po' me lo ricordo. Sarà che quello di sentire le emozioni è un privilegio, un regalo che puoi avere in dono alla nascita oppure doverlo conquistare con fatica. Sarà che è proprio quello il segreto della vita. E io non sono ancora riuscita ad afferrarlo in pieno, riconoscendolo però come un'illuminazione in questo romanzo.
Comunque, se potete, non perdetevi l'ennesimo capolavoro di Aimee Bender, dalla copertina perfetta (progetto grafico di Riccardo Falcinelli che strikes again), dove l'indiscutibile talento narrativo stringe la mano a raffinate e profonde rivelazioni psicologiche.
E se potete, ascoltate anche bene quando qualcuno la prossima volta vi prepara una torta, scoprirete che quella persona sembra felice ma invece è triste, o viceversa.
Da accompagnare come non mai a una bella tazzona di caffè bollente.
:)
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