Una cosa va detta subito: Michela Murgia ha scritto un libro troppo breve. E non è una mera questione di pagine. Perché il problema – se vogliamo chiamarlo così – è che in questo piccolo plico di fogli stampati riesce a dar vita con imbarazzante facilità a un intero paese, fatto di individui e relazioni, di paesaggi e abitudini. È per questo che risulta difficile, alla fine, accettare che lo riempia soltanto di due storie. La prima è un’apologia dell’infanzia, fotografata nel suo pieno fulgore, quando ancora non si è complicata diventando adolescenza, con tutto il turbinio di amicizie, scoperte e imprese tipico degli undici anni – aggiungiamoci, nel 1985 – che l’estate non fa che amplificare. L’avventura che la contraddistingue è raccontata con lo sguardo semplice di uno dei tre protagonisti – che ti riconnette istantaneamente con i ricordi e le emozioni del passato – eppure rende una complessità che supera l’episodio in sé, comunque gustosissimo. La seconda storia, pur condividendo l’osservatore, sposta il fuoco sul mondo adulto. Il pretesto è la costituzione di una nuova parrocchia in un paese che ne contava solo una, fatto che provoca divisioni improvvise e persino inattese. Anche qui, alla semplicità dello spunto corrisponde la complessità della rappresentazione, perché la Murgia ha ben chiari quali siano i fili scoperti della questione e si limita a esporli confidando nel risultato – cosa più difficile da pensare che da fare. Il clou arriva con la festa patronale, divisa in due processioni concorrenti – anzi in quattro, visto che ciascuna prevede una sottoprocessione – che costruiscono un ammirevole crescendo di tensione, con le file di fedeli che si sfiorano pericolosamente senza toccarsi prima del gran finale, risolto ancora una volta dai ragazzini. Sono due storie piccole, ma piene di tutto, fresche come l’estate e raccontate con la felicità narrativa di chi crede nella forza del racconto, nella possibilità di spostare una consonante per trasportare Cabras dalla realtà reale a quella dei fatti «inventati dal vero». Avercene.
L’incontro, Michela Murgia (Einaudi, 104 pp, 10 €)
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