Io facevo la faccia di quello abituato a tutto, che non si emoziona mai ed è assolutamente rotto a tutte le esperienze. La realtà è che, inspiegabilmente, ero un po’ emozionato: certo, non capita tutti i giorni di potersi godere dal vivo una chiacchierata con una autrice che consideri di enorme talento, ma questo non poteva spiegare del tutto l’agitazione che mi aveva preso.
![aimee-bender-1 L’incontro con Aimee Bender alla Libreria Centofiori](http://m2.paperblog.com/i/135/1359405/lincontro-con-aimee-bender-alla-libreria-cent-L-s0__jH.jpeg)
Nella bella cornice della libreria Centofiori, uno di quegli spazi dove ancora percepisci distintamente l’amore di chi vi lavora per i libri, Aimee Bender ha concluso ieri sera il suo tour italiano, organizzato da Minimum Fax. La guardavo con gli occhi di chi adorato la sua scrittura, e non sono stato deluso: Aimee ha lo sguardo intenso di chi cerca bellezza attorno a lei, una bella risata aperta e tutta l’intenzione di condividere con i fortunati che la circondano tutti i suoi pensieri.
Nell’ora abbondante che ci ha dedicato, Aimee ci ha raccontato la genesi dei suoi romanzi e dei suoi racconti, generi letterari che considera di “differente DNA” e distingue soltanto in fase di scrittura, perché è il finale che pare voglia avvicinarsi a lei più che viceversa. Ci ha spiegato l’età della protagonista di “L’inconfondibile tristezza della torta al limone”, indimenticabile protagonista che percepisce i sentimenti di chi ha cucinato assaggiandone i piatti: una bambina di nove anni, età in cui non si è troppo piccoli per non percepire nulla e non ancora dotata dell’identità più chiara seppure in formazione tipica dell’adolescenza. Ci ha accompagnato in un viaggio nei suoi autori di riferimento, regalando al pubblico italiano tutta la sua ammirazione – direi amore – per Italo Calvino, arrivando ad affermare che senza le Cosmicomiche non avrebbe mai potuto scrivere quel piccolo gioiello che è “Un segno invisibile e mio”.
![aimee-bender-3 L’incontro con Aimee Bender alla Libreria Centofiori](http://m2.paperblog.com/i/135/1359405/lincontro-con-aimee-bender-alla-libreria-cent-L-KgAERC.jpeg)
La chiacchierata con Aimee Bender è poi spaziata da semplici curiosità – una che ha scritto per due anni utilizzando come studio una cabina armadio non può non avere tanto da dire! – a considerazioni sulla letteratura americana contemporanea, per arrivare fino ai consigli per la lettura: Grace Paley (tutti a cercare i suoi “Piccoli contrattempi del vivere”!), W.G. Sebald e il suo “Austerlitz”, il recentissimo “Di cosa parliamo quando parliamo di Anne Frank” di Nathan Englander, che occhieggia fin dal titolo a Carver, anch’esso amatissimo dalla Bender.
Ma c’è stata una frase che mi ha colpito più di tutte, in risposta ad una domanda sulle sue fonte di ispirazione: “La lettura, la musica, gli incontri, la famiglia, la natura, tutto contribuisce alla mia ispirazione e mi fa crescere”.
Scrivi, Aimee, che noi siamo qui ad aspettarti. E grazie.
![aimee-bender-2 aimee bender portrait](http://m2.paperblog.com/i/135/1359405/lincontro-con-aimee-bender-alla-libreria-cent-L-6pTrTY.jpeg)