Magazine Società

L'indecifrabile Medvedev e la sempre più scarsa voglia di decifrarlo...

Creato il 08 febbraio 2011 da Matteo

Il presidente come segnalatore

Il genere delle allusioni accurate e dei silenzi significativi comincia a stancare

Abbiamo confuso qualcosa tra i segnali. Il festeggiamento del giubileo di El'cin è un segnale? E che segnale. Ed è abbastanza chiaro a chi. Ma da chi? Dal tandem [1] o personalmente dal presidente Medvedev, che per quest'occasione è volato a Ekaterinburg [2] e dopo l'inaugurazione del monumento ha condotto la una seduta in trasferta del Consiglio per i diritti umani? Dove magnanimamente ha distribuito ancora un'intera manciata di segnali agli scarsamente impegnati membri di tale organo consultivo-indicativo. Tra l'altro si è anche affrettata la decisione della Corte Suprema sul caso di Chodorkovskij e Lebedev [3]. Il che, in tutto il suo aspetto torbido, è pure certamente un segnale. Enigmatico, come dalla costellazione di Tau Ceti [4]. La Corte Suprema dubita della legalità della detenzione degli imputati dopo l'introduzione degli emendamenti del presidente al regime d'indagine sui reati economici. Ebbene, anche noi, a nostra volta, dubitiamo: cosa succede all'improvviso?

Ai membri del consiglio il presidente ha promesso subito tre incontri nell'anno corrente – contro uno nello scorso anno. Anche questo è un segnale? Signore, cosa non succede in Russia nell'anno pre-elettorale. Il premier Putin con un senso di profonda soddisfazione rende conto che il caso dell'atto terroristico di Domodedovo è stato risolto; come dire, siamo pronti a passare al prossimo… E il presidente Medvedev in risposta – vi farà delle belle pubbliche relazioni!

Gli anziani non ricordano niente del genere.

Certamente segnali da civiltà extraterrestri erano giunti anche in precedenza. Per esempio, il presidente aveva ripetuto caparbiamente che non meritava scatenare un'ondata su MBCh [5] finché la decisione non fosse passata per l'appello. Nel desiderio tra le righe si poteva leggere quanto segue: “Per litigare direttamente con la squadra di Putin per Chodorkovskij non ho motivo, né risorse. Ma tuttavia vi garantisco un sistema, in cui un avvocato qualificato troverà e costruirà buone posizioni difensive. Fate pure, costruite. Fino alla Corte di Strasburgo. Non si può confidare solo nel buono zar”.

Allora si potrà anche fare le pulci anche a una sentenza intenzionalmente assurda, dove tutto è tanto confuso che solo un idiota non troverebbe contro-argomenti per un vero processo. Anche se purtroppo è certo che una simile vera giustizia si può solo importare in Russia con un impensabile sovrapprezzo doganale.

D'altra parte, in mancanza di un desiderio tra queste righe si può leggere anche l'esatto opposto. Pure chiaro e conosciuto: “Il processo è andato! E che volete da me?”

Il male è che entrambi gli approcci sanno un po' di bizantinismo a buon mercato. Di guglie dorate del Cremlino. Ma come può essere altrimenti, se viviamo a Bisanzio? Sempre meglio che nell'Orda d'Oro, come 70 anni fa. Quando El'cin era piccolo, con la testa ricciuta… [6] Cosicché fate pure, cittadini, decifrate. I segnali adesso ci saranno – affrettatevi a riceverli.

Durante l'incontro con il consiglio il presidente è stato posato e accurato. Ha accolto ciò che era comprensibile, ha dubitato di ciò che era dubbio. Ebbene, ma la verità è che le giurie sono un'arma a doppio taglio [7]. I giudici professionisti, con un'alta formazione giuridica, sono pure difesi formalmente – e anche in qualche forma dipendenti. Ma la gente della strada, che, in particolare da qualche parte nelle province su base etnica, è inserita saldamente nel piccolo mondo locale, può esaminare obbiettivamente un caso dove ci sono i “nostri” contro gli “estranei”? Ciò non significa che bisogna liquidare le giurie. Semplicemente bisogna averci a che fare con prudenza, per non strafare.

E' difficile discutere. Come con il fatto che le giuste conversazioni sull'indipendenza dei giudici si traspongono in azioni sbagliate con la trasformazione dei giudici in una corporazione professionale isolata, libera da qualsiasi controllo in generale. Non da parte della dirigenza, ma anche da parte della società. Anche qui non si ha voglia di strafare.

In tutto si sono discussi tre temi principali. La modernizzazione della coscienza e la liberazione dal pensiero totalitario. Una politica familiare moderna. La riforma del sistema giudiziario.

Tra le più essenziali decisioni concrete – la proposta di creare una banca dati delle vittime delle repressioni staliniane accessibile a tutti, comprendente i materiali d'archivio chiusi fino al giorno d'oggi. Una valutazione legale indipendente dei processi Magnitskij [8] e Chodorkovskij-Lebedev. Beh, anche una piena scelta di cose più frequenti. La pratica dell'esclusione di un avvocato scomodo da un processo tramite il suo interrogatorio in qualità di testimone… La pratica della falsa testimonianza nella polizia al momento di esaminare i casi di arresto di manifestanti per le strade… Lo sgombero/trasferimento di famiglie in Cecenia senz'alcuna base giuridica per ripulire il posto per la costruzione della progressiva Argun-City [9]… E' stato proposto di passare il Servizio per le Migrazioni [10] dalla sfera di azione degli uomini delle strutture armate alla sfera dell'amministrazione civile – com'era nei feroci anni '90… La riqualificazione dei quadri del ministero degli Interni…

Niente di soprannaturale. Per di più tutte queste buone intenzioni potranno essere e probabilmente saranno avviluppate a livello di esecuzione pratica. Al riguardo il presidente ha concordato sull'idea di inserire nel regime di lavoro del consiglio un reparto speciale per il controllo dell'esecuzione delle decisioni prese. Non c'è esattamente alcun motivo per illudersi – ma neanche per essere delusi. La lumaca va, non presto ci sarà [11].

Ma, alla fin fine, è la vita. Ogni proposta del genere limita i concreti interessi di persone influenti. Difficilmente singhiozzeranno di entusiasmo da sudditi fedeli quando ridurranno il loro strapotere o limiteranno le loro fonti di reddito da corruzione. Cosicché la resistenza e i contrattacchi sono garantiti. In realtà non ci sarebbe neanche di che parlare, se non ci fossero stati questi stessi “segnali”, che a Ekaterinburg sono stati distribuiti con inusuale generosità. Con nuova forza sono state sollevate vecchie questioni.

Medvedev comunque vuole uscire dall'ombra di Putin e rafforzare alla vigilia delle elezioni la propria immagine personale di sostenitore pragmatico della società civile, di politico che (a differenza di alcuni) si basa sulla legge e non sull'abuso?

O si sono accordati perché ciascuno abbia il proprio campo elettorale e continuano d'accordo il gioco al poliziotto buono e al poliziotto cattivo?

E forse è semplicemente il canto del cigno?

Come in precedenza, il diavolo li conosce con la loro alta politica. Di per se il genere delle allusioni accurate e dei silenzi significativi comincia pian piano a stancare. Sì, stavolta il presidente ha detto più del solito. E in generale nella direzione giusta. Nella piena, compassionevole comprensione della limitatezza delle sue risorse politiche da parte di un pubblico che ne ha viste tante.

Il male è che questi segnali eccitano già poca gente. Qual è in realtà la differenza, se il tempo nel paese si è fermato e sulla liscia superficie gelatinosa non accade nulla. Tutti i processi sono nascosti profondità, dove batteri incomprensibili elaborano quando esogeno [12], quando alcool, quando mediocre acido solfidrico. Talvolta da lì emergono bolle. E subito scoppiano. Per qualcuno odorano di reseda, per qualcuno di sangue e salnitro. Per qualcuno di qualcos'altro ancora.

Per alcuni di Tunisia. Ma ad altri ricorda un cocktail di Brežnev e Andropov.

Dmitrij Oreškin
membro del Consiglio per lo sviluppo della società civile e dei diritti umani presso il presidente della Federazione Russa

06.02.2011, “Novaja gazeta”, http://www.novayagazeta.ru/data/2011/013/15.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)

[1] L'accoppiata al potere Medvedev-Putin.

[2] Città ai piedi degli Urali, luogo natale di El'cin.

[3] Platon Leonidovič Lebedev, principale socio di Chodorkovskij.

[4] A circa 12 anni luce dal Sole.

[5] Abbreviazione in stile JFK di Michail Borisovič Chodorkovskij.

[6] Parodia di versi per bambini dedicati a Lenin dalla poetessa Agnija L'vovna Barto (pseudonimo di Getel' Lejbovna Volova).

[7] Letteralmente “un bastone a due punte”.

[8] Sergej Leonidovič Magnitskij, avvocato morto “misteriosamente” in attesa di giudizio.

[9] Nome colloquiale del nuovo quartiere della città di Argun, nella Cecenia centrale.

[10] L'ente statale che si occupa dell'immigrazione nella Federazione Russa.

[11] Frase davvero difficile da tradurre. Si allude al detto popolare “La lumaca va, prima o poi ci sarà”, basato sul gioco di parole tra Ulita (nome popolare di santa Giulitta, in russo letterario Iulitta, festeggiata il 14 luglio del calendario giuliano, il 27 luglio del calendario ufficiale) e ulitka (lumaca). Il detto allude al fatto che le piogge attese dai contadini per il giorno di santa Giulitta spesso tardano ad arrivare.

[12] Potente sostanza esplosiva.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :