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“L’India ha bisogno del Myanmar, ma anche il Myanmar ha bisogno dell’India”

Creato il 17 luglio 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
“L’India ha bisogno del Myanmar, ma anche il Myanmar ha bisogno dell’India”

Gli scettici temono che la visita indiana in Myanmar non sarà facile perché dovrà affrontare la dura competizione di importanti attori quali la Cina. Ma in realtà Cina ed India potrebbero cooperare, sviluppando congiuntamente progetti trilaterali nel Paese.

Il 29 maggio 2012, il quotidiano ufficiale The New Light of Myanmar ha salutato la visita del primo ministro indiano Manmohan Singh in Myanmar con queste parole: “L’India ha bisogno del Myanmar, ma anche il Myanmar ha bisogno dell’India, e questo può essere il terreno d’incontro”. Nonostante diversi funzionari abbiano visitato il Myanmar negli ultimi anni, un rappresentante del livello del primo ministro non vi si recava da venticinque anni; l’ultimo fu Rajiv Gandhi. Molto è cambiato in questi anni, la giunta militare che governa il paese ha aperto la strada alle riforme, permettendo alla storica leader Aung San Suu Kyi di visitare l’estero, inoltre sono state indette e svolte elezioni considerate libere ed eque. Oltre a questi cambiamenti, i quali hanno suscitato l’attenzione della comunità internazionale con le recenti visite dei leaders delle principali potenze mondiali ed il contemporaneo allentamento delle sanzioni, l’ascesa del Myanmar si sta rivelando strategica nel collegare l’Asia Meridionale con il Sud-est asiatico, anche come importante punto di comunicazione e trasporto. Quest’ultimo fattore è preso altamente in considerazione dalle maggiori potenze, India inclusa. Nonostante la politica indiana del Look East sia iniziata già negli anni novanta, sotto la guida di Narasimha Rao favorendo le relazioni con le nazioni del Sud-est asiatico, sono soprattutto gli ultimi anni che hanno in realtà visto la diplomazia indiana intraprendere vigorosi passi in avanti per promuove i suoi interessi nell’area. L’India e il Myanmar condividono 1600 km di frontiera che coinvolgono ben quattro Stati della federazione indiana: Mizoram, Nagaland, Manipur e Arunachal Pradesh.

Il confine tra India e Birmania

In realtà le relazioni tra India e Myanmar sono molto antiche e risalgono non a secoli ma addirittura a millenni fa. Anche la terra del Myanmar ha un nome che deriva dal Sanscrito, SUVAMABHUMI (che significa la terra dell’oro o terra dorata). Il legame culturale in termini di diffusione del buddismo dall’India al Myanmar e l’origine indiana di una parte della popolazione del Myanmar, sono un’ulteriore conferma dei forti legami tra i due paesi; i molti santuari indù ne sono un esempio. Sotto gli Inglesi il Myanmar, chiamato Birmania, faceva parte della British India. Alcuni tra i più importanti esponenti del movimento per l’indipendenza indiana, come Bal Ganghadar Tilak, erano incarceranti a Mandaly, in Birmania. Da questa prigione Tilak scrisse uno dei suoi più importanti libri, Gita Rahasya (“Il segreto di Gita”). Anche il Padre della moderna Birmania, Aung San, aveva buone relazioni con i combattenti per l’indipendenza come Jawaharlal Nehru. La nazionalizzazione e la conseguente espulsione di imprese e lavoratori indiani attuate dalla giunta militare che prese il potere in Myanmar negli anni sessanta, deteriorò l’antico legame tra i due paesi. L’India adottò un debole approccio nei confronti della giunta e diede il suo supporto al movimento democratico di Aung San Suu Kyi, la figlia educata in India del padre della patria Aung San. Negli anni novanta, l’India mise da parte l’idealismo e adottò un approccio pragmatico nello sviluppare le relazioni con la giunta militare, poiché vedeva nel Myanmar non solo un ingresso per il Sud-est asiatico e l’ASEAN, ma anche un importante paese per il commercio e gli interessi strategici.

La recente visita del Primo Ministro Singh nel Myanmar ha stabilito le basi per una nuova era dove le antiche differenze vengono trasformate in cordialità per rafforzare il commercio bilaterale. L’anno scorso Thein Sein, presidente riformista del Myanmar, ha visitato l’India per rinsaldare le relazioni. La visita del presidente Singh riflette non soltanto la serietà indiana nell’aggiungere vigore alla sua politica del Look East, ma anche la volontà di trasformare le neonate relazioni con il Myanmar in una collaborazione a tutti gli effetti. Poiché l’obiezione indiana contro le politiche anti-democratiche del Myanmar non è più preminente, è naturale che i due paesi rivivano le antiche affinità. L’incontro di Singh con Aung San Suu Kyi e l’invito a lei rivolto di recarsi in India per tenere un discorso sul memoriale di Jawaharlal Nehru, dimostra che il deficit democratico del Myanmar sta scemando. Fino a poco tempo fa era quasi impossibile incontrare Aung San Suu Kyi perché detenuta per anni agli arresti domiciliari. Il fatto che Manmohan Singh abbia potuto incontrarla e tenere una conferenza stampa non è un passo di poco conto.

India, Myanmar e Sudest Asiatico
Durante la visita, l’India ha elargito al Myanmar una linea di credito di cinquecento milioni di dollari per lo sviluppo di infrastrutture oltre a siglare dodici accordi in diverse aree che spaziano dalle comunicazioni e risorse energetiche allo sviluppo portuale e agricolo. Entrambi i paesi hanno proposto di aprire i mercati nello stesso modo in cui precedentemente India e Bangladesh hanno creato aree di libero scambio lungo i confini. L’India ha inoltre annunciato il riparo o ripristino di settantuno ponti lungo la via dell’amicizia Tamu-Kalewa in Myanmar e lo sviluppo dei porti di Sittwe e Dawei. Entrambi i paesi hanno anche proposto l’avvio di un servizio di autobus dalla città indiana di Imphal alla città di Mandalay, in Myanmar. In realtà, le strade possono essere sviluppate in maniera tale da permettere collegamenti dall’India del nord al Myanmar e alla Thailandia, ed anche all’intero Sud-est asiatico e Pacifico. La dichiarazione di Manmhoan Singh riflette la crescente cordialità tra i due paesi: “L’India e il Myanmar sono di fatto due partner naturali, legati dalla geografia e dalla storia”.

Gli scettici temono che la visita indiana in Myanmar non sarà sufficiente per affrontare la dura competizione da parte di attori importanti quali la Cina. Nella situazione attuale, gli scambi tra l’India e il Myanmar si attestano sui 1,2 miliardi di dollari, mentre tra Cina e Myanmar sono pari a 4,4 miliardi. La Cina è molto più avanti per quanto riguarda lo sviluppo di progetti congiunti in Myanmar. Ma questo sbilanciamento può essere recuperato solo tramite il rafforzamento della cooperazione tra i due paesi, piuttosto che percependo il problema come un gioco a somma zero. Ci può essere una sana competizione, che si realizza nello sviluppo di progetti a carattere trilaterale in Myanmar. Il ministro degli esteri cinese ha cercato di dissipare ogni elemento di sospetto e il suo portavoce, Liu Weimin, come riportato dal giornale ufficiale “Quotidiano Cinese”, ha dichiarato che “la Cina accoglie con gioia lo sviluppo di relazioni amichevoli tra India e Myanmar, sperando che lo sviluppo di queste relazioni conduca alla pace, alla prosperità e alla stabilità per entrambi i paesi e per tutta la regione”.

Oltre alle aree di scambio e commercio, ci sono molti altri settori che sono stati al centro dei colloqui durante il viaggio del primo ministro Singh. L’India mantiene un atteggiamento alquanto prudente riguardo ai problemi di rivolte nel suo nord-est dovute anche ai collegamenti dei ribelli alle zone di confine, parte delle quali appartengono al Myanmar. Il Presidente del Myanmar ha promesso a Singh che non permetterà che il suo territorio possa essere utilizzato contro l’India. La dichiarazione congiunta afferma che “entrambi i leaders hanno riaffermato il loro impegno condiviso nella lotta alla piaga del terrorismo e alle attività di rivolta in tutte le loro forme e manifestazioni”. I due paesi hanno anche stabilito di giocare un ruolo attivo nella promozione della pace e della stabilità nella regione. I giorni a seguire saranno probabilmente testimoni di attività frenetiche da parte dei due paesi per realizzare l’intesa politica espressa dai leaders dei due paesi.

(Traduzione dall’inglese di Lavinia Ruscigni)


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