Da: Il Sole 24 Ore
Caso Marò, la Corte suprema indiana rinvia di nuovo l’esame a dopo il 1° luglio
28 aprile 2015
Ennesimo rinvio per la vicenda dei due marò italiani, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, sotto inchiesta in India per la morte di due pescatori avvenuta nel 2012 nel corso di un’operazione antipirateria ma ancora in attesa di un’accusa formale da parte degli inquirenti. Questa mattina, la Corte suprema indiana ha rinviato a dopo il 1° luglio, ovvero a dopo la pausa estiva, l'esame del ricorso dei fucilieri di Marina contro la polizia investigativa Nia che era in programma da oggi. I giudici hanno stabilito di dare la precedenza alla trattazione di cause in cui gli imputati siano passibili di pena di morte.
L’incoerenza dei giudici indiani
Il rinvio a dopo oltre due mesi di vacanze estive dell’esame del caso di Latorre (cui la Corte ha concesso di restare in Italia fino al 15 luglio per completare la convalescenza dopo l'intervento al cuore del 5 gennaio scorso) e Girone conferma l’atteggiamento incoerente della giustizia indiana. Nell’udienza del 9 aprile i giudici avevano infatti stigmatizzato le tattiche, da loro definite, dilatorie della difesa italiana per rinviare l'inizio del processo.
Vi risparmio i commenti di critica delle opposizioni contro il Governo Renzi sull'ennesima presa in giro di questo inqualificabile paese asiatico nei riguardi dell'Italia, quando questa storia di sequestro, ormai illegale, di due nostri militari se la sono passata vari Governi e, a questo punto, con la legge "del poi", bisogna dire che aveva ragione il ministro Terzi del Governo Monti: dovevano restare qui quando sono rientrati per il Natale e chi se ne frega "della parola data", quando questi indiani la parola non ce l'hanno proprio ed è ormai evidente che a loro dei poveri pescatori indiani non gliene importa né punto né poco, ma la loro morte, avvenuta ancora non si sa per mano di chi, è una scusa per spillare all'Italia varie cosette e non ultimo molto denaro.