Mentre l’Italia continua ad essere impantanata nella “palude dell’immobilità” e si rotola nel fango delle “polemiche inutili” altri Paesi del mondo continuano la loro corsa verso il progresso. Uno di questi – e sto parlando dell’India -, che fino all’altro ieri era bollato come paese in via di sviluppo, si è messo sulla scia della Cina e sta compiendo il grande balzo verso una straordinaria crescita economica e sociale. Uno dei parametri di valutazione per stabilire il progresso di un paese risponde sempre di più alla domanda: “cosa sta facendo quel paese circa la produzione di energia elettrica, che la assicuri ai propri cittadini e che allo stesso tempo a produrla non inquini?”. L’India in questo senso sta facendo moltissimo, essendo in prima linea nell’attuazione del “rinascimento nucleare”. Il 27 novembre, infatti, è entrato in funzione il quarto reattore della centrale di Kaiga, nel sud-ovest del paese, e con questo l’India ha raggiunto la soglia dei 20 reattori in attività. E’ il sesto paese a raggiungere questo traguardo, dopo Stati Uniti, Francia, Giappone, Russia e Corea del Sud, lasciandosi dietro due potenze storiche dell’energia nucleare (Germania e Gran Bretagna) ed infine proprio la Cina, che ne ha 17 e che però ne sta costruendo altri 23. Il nucleare in fondo, è visto da questi paesi (India, Cina) come un’opportunità di riscatto e di recupero del divario che li separa dagli altri paesi industrializzati.
L’obiettivo dichiarato dell’India è arrivare, sul breve periodo, a 20.000 MW nucleari entro il 2010 e, sul lungo periodo, a 63.000 MW entro il 2032. Al momento, la potenza nucleare installata genera 4.560 MW, quota destinata a salire a 4.780 MW con l’inaugurazione di questo nuovo reattore, che è del modello da 220 MW ad acqua pesante pressurizzata, sviluppato in India e rifornito con lo stesso uranio indiano. Più indipendenza energetica di così! Inoltre, proprio grazie alle capacità di innovazione acquisite da questo paese, prossimamente sarà costruita una centrale di terza generazione avanzata del modello EPR da 1.650 MW, che potrà ospitare fino a 6 reattori, grazie all’alleanza Francia – India appena suggellata da un accordo congiunto stipulato tra Nicolas Sarkozy e il premier indiano Manmohah Singh e che il premier francese ha definito “il primo passo di un’alleanza a tutto campo” sul nucleare civile.