Magazine Lavoro
Ho capito meglio tale motivazione ascoltando l'intervento (registrato da Radio Radicale) di Raffaele Bonanni al Meeting di Rimini. Con passaggi ignorati dalla stampa. Uno, decisivo, spiegava animosamente come la manovra in fase di discussione, abbia caratteristiche "bipartisan". Ovverosia concordate tra governo di centro-destra e opposizione di centro-sinistra, ai danni del mondo del lavoro.
Una considerazione che non può non portare alla indifferenza nei confronti di ogni azione di lotta sindacale capace di sostenere emendamenti, controproposte, correzioni alle misure già annunciate dal governo, sia pure in una quotidiana e dissennata altalena. Se le cose stanno così, se invece governo e opposizione sono già d'accordo sul da farsi e vogliono colpire i salariati invece che i possessori di grandi patrimoni, perché promuovere uno sciopero generale?
È un'indifferenza pericolosa quella esposta dal segretario generale della Cisl, anche perché non confortata dai fatti. Basterebbe esaminare nel merito le proposte illustrate da Bersani e quelle affiorate nel crogiolo del centro-destra per capirlo.
Ed è un'indifferenza pericolosa anche perché sembra ignorare le tensioni che stanno percorrendo la società italiana, investendo innanzitutto centinaia di comuni. Ignorarle vuol dire ignorare il fatto che la mannaia che sta per calarsi su quei Comuni sarà una mannaia calata innanzitutto sul mondo del lavoro, su servizi essenziali per anziani e non anziani.
È un'indifferenza suicida, facilita movimenti di protesta senza sbocco, pericolosi per la democrazia. Ed appare singolare il fatto che Bonanni sia giunto a questo approdo, nel suo discorso al Meeting, dopo aver elencato con puntualità le malefatte del governo in questi ultimi tre anni. Chi ha contribuito a permettere una tale disastrosa politica? Forse avranno portato a casa scarsi risultati gli scioperi della Cgil ma sarebbe da chiedersi a che cosa siano serviti i comportamenti diversi di Cisl e UIL. Una decisa ripresa unitaria forse sarebbe più utile.
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