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L’industriale

Creato il 13 gennaio 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

L’industriale

 

Anno: 2011

Distribuzione: 01 DISTRIBUTION

Durata: 94’

Genere: Drammatico

Nazionalità: Italia

Regia: Giuliano Montaldo

Ne L’industriale ritroviamo rappresentata l’Italia di oggi, in crisi sotto tutti i punti di vista. Ed è proprio questo aspetto a renderlo interessante: Montaldo sceglie di mettere in scena la crisi dal punto di vista della borghesia piemontese, storicamente una delle più floride del nostro paese.

Il protagonista è il giovane Ranieri – interpretato da un veramente bravo Pierfrancesco Favino con perfetta cadenza torinese – che affronta un periodo nero sotto tutti i punti di vista: nella sfera pubblica, cercando di non fallire come molte altre aziende, e nella vita privata, con una moglie che si sta allontanando ogni giorno di più.

Ciò che stupisce è il fatto che in realtà questo Ranieri, a pensarci bene, non è poi una persona così illuminata: il film sembra voler paragonare, uguagliare, le sfortune del proprietario a quelle degli operai, metterli sullo stesso piano, da un punto di vista lavorativo; poi, però, le angosce del padrone (causate dalle gelosie casalinghe) appaiono così pressanti da giustificarne ogni azione.

L’industriale

Non è così: il signor Ranieri, da un punto di vista lavorativo, finisce per offrire ai suoi operai nient’altro che uno squallido e offensivo ultimatum – “dentro o fuori” –  e riesce anche a sentirsi un vero uomo d’affari, quando in realtà viene salvato dalla moglie.  Anche dal punto di vista delle relazioni affettive è inutilmente duro con se stesso e la consorte (Carolina Crescentini), inasprendo il rapporto e portandolo verso un’inevitabile conclusione.

Assume così un doppio ruolo: da un lato vittima, nelle mani di banche dedite esclusivamente allo sciacallaggio, che si interessano solo a capitali e garanzie; dall’altro, invece, un carnefice che non trova parole migliori per guadagnare la fiducia dei suoi operai se non un inefficace “con me o contro di me”.

Ma in ciò,  forse, c’è qualcosa di più profondo, che l’attore Favino cerca di esprimere: la crisi colpisce tantissimo da un punto di vista economico, ma ancora di più da quello emotivo. Viene intaccata la fiducia in se stessi e negli altri, si inizia a pensare di essere in una scatola chiusa che nessuno può conoscere né aprire, tanto da esserne trasformati in animali, proprio come succede al protagonista del film.

La fine, poi, non ci lascia speranza: Ranieri si ritrova giudice di se stesso, con un’azienda che continuerà a vivere solo grazie a un matrimonio ormai distrutto.

Angelo Cavaliere

L’industriale
Scritto da il gen 13 2012. Registrato sotto IN SALA. Puoi seguire la discussione attraverso RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o seguire la discussione

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