L’inferno esiste ecco dov’e’.

Creato il 12 luglio 2012 da Lucaralla @LAPOZZANGHERA
L’inferno esiste e il tarantino sa bene dove sia.E’ a pochi passi,a ridosso del quartiere Tamburi e chi ci vive sa a cosa va incontro.
Le patologie connesse ai fumi dell’Ilva di Taranto,sono oramai cosa nota a livello medico scientifico.
I muri delle case al quartiere sono rossi,rossi di minerale che proviene dall’area industriale.
Ma adesso qui a Taranto avviene una cosa che molti prospettavano:una possibile chiusura dell’area a caldo,dettata da un provvedimento giudiziario,e molti lavoratori in cassa integrazione.
Aggiungiamo anche che l’ingegner Capogrosso,responsabile dello stabilimento e Nicola Riva del CDA,si sono dimessi a poche ore da un possibile intervento della magistratura.
La guerra scaturita da anni tra chi inquina e chi difenda il diritto ad avere aria pulita e’ noto a tutti.
Ultimamente anche un ambientalista,Fabio Matacchiera noto in citta’ per i suoi trascorsi anche nell’associazione Caretta Caretta,ha filmato lo sversamento di liquidi industriali in mare dalla zona limitrofa all’Ilva.
Taranto e’ a una svolta che avra’ molte ripercussioni sociali e parecchi nodi da sciogliere.
Prima di tutto se dovesse accadere una mega cassaintegrazione per gli operai del siderurgico,questo sarebbe un fattore da seguire e amministrare da parte del governo e del Comune jonico.
Secondo la bonifica della zona dell’area a caldo se dovesse essere smantellata,dovra’ avere piani e tempi da amministrare con attenzione senza fantasmi da lasciare a terra per anni.
Infine vedere se Riva sara’ ancora della partita,visto che se dovesse partire un procedimento disciplinare a tutta l’area manager si  avra’ la volonta’ comunque di  garantire una certa continuita’ per i settori non inquinanti tipo tubificio.
L’inferno delle polveri e dei fumi,l’odore che anche oggi grazie al vento si sente dell’area industriale,sono la conferma di come questa citta’ sia inquinata e forse da salvare sul filo di lana.
Non dimentichiamoci anche la raffineria con i suoi gas nauseabondi(se transitate per la ss 106 ne sentirete di odori terribili…)e la Cementir.
Taranto dall’altra parte vorrebbe ripartire da aria nuova,nuovi investimenti per la citta’(si parla molto del connubio Amsterdam -Taranto per il porto)e turismo.
Ma onestamente in questa cappa di veleni chi mai verrebbe a Taranto?
Eppure c’e’ molto da vedere,ammirare e amare.
Ma per molti tarantini,andare via e’ l’unica speranza e assieme a essa il pensiero e la speranza di ritrovare una citta’ vivibile.
Ma molti pensano anche che se cio’ dovesse accadere forse non sarebbero ancora in vita…fate voi.


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