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L'inferno in terra #2: i mezzi pubblici.

Creato il 15 maggio 2014 da Drjekyllmisshyde

Il primo girone lo potete trovare qui.

Ci sono alcuni luoghi su questo pianeta in cui la mente umana perde ogni cognizione di sé e di ciò che la circonda. Ci sono posti dove la follia fa da padrona, investendo tutti e tutto senza distinzione, e senza lasciare modo di mettersi al riparo. Selve oscure dove l'uomo diventa bestia, e ringhia e scalcia, rizza il pelo e soffia, morde e graffia per mantenere il territorio: l'oblio dei mezzi pubblici. Che sia un bus o un tram, una metro o un treno, nessuno è in grado di trovare scampo poiché la follia ti prenderà. Sempre.

Missione: treno. Non sarai mai abbastanza in ritardo per prenderlo in tempo. E' peggio del peggior essere umano definibile "vanitoso", per cui gli orari sono puramente indicativi, dovrete aspettarli con pazienza mentre si imbellettano e si vestono della veste più zozza e puzzolente che hanno. Si, anche ore intere. Questa è la prima regola dei treni. E se c'è una prima regola, ce ne sarà sicuramente una seconda. E infatti è "non troverai mai un posto libero, e se lo trovi è: talmente zozzo da declinare ogni possibile invito alla seduta; oppure, è contromano se ne soffri; oppure, alla seduta accanto c'è qualcuno che puzza terribilmente/ qualcuno così... ingombrante da occupare parte del posto (apparentemente) libero. O tutti insieme. La terza regola, invece, riguarda l'acquisto del titolo di viaggio. A meno che un abbonamento non vi salvi, è impossibile trovare qualcuno o qualcosa che vi fornisca un biglietto in tempo: ogni tabaccheria sarà piena di gente o li avrà esauriti, ogni macchinetta sarà fuori uso, ogni biglietteria sarà impegnata in un'infinita pausa pranzo/sigaretta/bagno... o soggetta ad una coda interminabile.

Missione: metro. Le scale verso il basso spiegano già dove ti stai recando. La voragine di tenebre che offuscano il senno umano inizia già dalle stazioni, dove la gente scappa e fugge in ogni direzione, ignorando qualunque cosa, o persona, si trovi sul suo il tragitto sconnesso. Entrare in questo tumulto impreparati porta immediatamente alla perdita di orientamento e dei sensi. E poi di ogni accessorio come borsa, telefono, lettore mp3, ebook reader, eccetera. La cosa può essere anche involontaria, in alcuni rari e strani casi. Se e quando riesci a raggiungere la banchina, e riesci a capire qual è il lato dal quale allontanarsi dalla linea gialla, sei appena all'inizio. Il motivo per cui tutti dovrebbero essere di taglia 38 è che così riusciremmo tutti a tirare una boccata d'ossigeno in metro. Ecco perché il tanto daffare dei mass media per creare un ideale di essere umano tanto stretto. Sarebbe pratico, come i mobili dell'ikea. Invece, si dice che il mondo è bello perché vario. Ed ecco che quello che dovrebbe essere il mezzo di trasporto più comodo e veloce per muoversi in città diventa invece un luogo dove essere inscatolati come tonno, con la speranza che qualcuno passi con un grissino a staccare pezzo per pezzo. La mancanza d'aria è predominante, quindi il rischio svenimento a causa di vicini poco profumati è altissimo. Forse è un bene che durante questi viaggi si perda un po' di conoscenza: da lucida rabbrividisco al solo pensiero di un grande, enorme abbraccio generale senza motivo e senza conoscere la gente che ti stringe e che sei costretta/o a stringere...non è piacevole, ecco. L'uscita da questi tunnel di privazione sensoriale è forse la parte meno dolorosa. Bisogna solo armarsi di forza muscolare e riuscire a: scollarsi dalla massa, spintonare e farsi spazio fino all'uscita, inveire come una furia contro coloro i quali entrano con il solo scopo di spingerti ancora una volta dentro. Niente di più semplice. Se non ci si squagliasse dal caldo consiglierei anche una maglia di ferro con placche d'acciaio sulle spalle. Ma si friggerebbe, davvero. Ah, e poi bisogna riuscire a trovare l'uscita dalla stazione senza vagare disorientati, come quegli esseri incontrati all'entrata. Potreste essere uno di loro, mai dimenticarlo.

Missione: tram. Il mezzo lumaca. Nonostante cammini su binari, si farebbe prima a proseguire a piedi. Bisogna stare attenti all'inquinamento acustico: spesso sono talmente vecchi che gigolano anche da fermi e spenti. Munirsi quindi di tappi o cuffie isolanti. Munirsi anche di tanta pazienza, non arriverete alla fermata successiva prima di mezz'ora, ed è inutile dare la colpa ai semafori, tanto sono sempre rossi, comunque. Per lo meno, è forse l'unico mezzo dove potresti trovare posto a sedere o comunque non essere soggetto a caldi abbracci di massa.

Missione: pullman/bus. Anarchia. Mai dire che il bus sta arrivando in ritardo. E'come gli stregoni di Tolkien: "[...] non è mai in ritardo. Né in anticipo. Arriva precisamente quando intende farlo". E non è tenuto a dire a nessuno quando. L'avvento di un pullman è quindi un miracolo moderno. Lo vedi spuntare all'improvviso da dietro un angolo, con la sua scritta arancio (quando c'è) o il suo foglio A4 su cui c'è scritto il numero attaccato al parabrezza. Essendo un evento più unico che raro, ogni essere umano nei paraggi si precipita a capofitto per provare l'esperienza di fare un giro, il che rende il mezzo di trasporto così pieno che a confronto la metro è un parco aperto. Per trovare un centimetro quadro libero non basta spintonare, bisogna occupare anche il soffitto, arrampicarsi sui pali, mettersi in braccio ad altra gente. Anche in braccio all'autista, se necessario. Scordatevi di riuscire a muovere anche solo un muscolo, anche se involontario. Quindi non stupitevi se poi non ricordate il viaggio, e vi ritrovate semplicemente catapultati fuori ad una fermata qualunque. Può capitare anche che sia quella giusta, a volte. Come dicevo prima, però, il bus è anarchico. Le fermate cambiano come cambia la posizione delle scale a Hogwarts, non puoi mai sapere dove ti porteranno.

In tali luoghi di perdizione, nessuno è al sicuro.


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