Dall'esterno sembra quasi tutto tranquillo, solo qualche macchina di troppo nel parcheggio, ma noi, cronisti del Jekyll & Hyde Post, siamo a piedi... quindi, chissene. Entriamo.
E' evidente una lunga coda di gente alle casse. Brutto segno. Ma non ci lasciamo scoraggiare e varchiamo le porte dell'inferno: quei paletti che dovrebbero essere automatici ma quando ti avvicini non si aprono, e allora ti butti in avanti per spingerli ed ecco, che fanno da soli.
Missione 1: cercare un carrello non è cosa semplice. Ogni mezzo messo fintamente a disposizione dai gestori del presunto negozio è tra le mani della marea di gente che occupa il posto. Per prenderne possesso bisogna appostarsi vicino le casse. Ci aggiriamo come vagabondi, ma alle 6 casse, nonostante la fila, sembra che ogni carrello sia prenotato. Sì, la comunicazione funziona bene, abbiamo detto: prenotato. Un colpo di fortuna ci assiste: una signora afferma che colei che aveva prenotato il suo carrello è sparita. Caduta in qualche trappola nemica? Sommersa dalla gente accorsa agli scaffali? Fuggita in preda al panico? Rapita dagli alieni? Poco importa: il carrello della signora è nostro. Ovviamente non è così semplice, una volta trovato il donatore. Bisogna attendere che quegli esseri che emettono degli strani "bip" in continuazione facciano scorrere la fila di cibarie fino a svuotare il carrello della donna.
Missione 2: inoltrarsi tra gli scaffali e raggiungere il prodotto ambito richiede un esercizio di salto agli ostacoli non indifferente.Gli esseri umani intrappolati in questo limbo commerciale hanno perso ogni senso dello spazio occupato, né sono in grado di realizzare cosa è attorno a loro. Si aggirano per gli scaffali investendo chiunque sulla propria strada, occupando corsie intere mettendosi di traverso, ondeggiando a zig zag senza meta con gli occhi fissi in quel vuoto pieno di scatole e prezzi. Appena si imbocca un corridoio, ecco che tutti partono per occuparlo nel miglior modo possibile da non farti passare in tranquillità. In questa moltitudine provano a mimetizzarsi i complici di queste fiere della demenza: i commessi. Si aggirano vestiti dei loro camici verdi con affari più larghi dei corridoi stessi, parcheggiando i loro macchinari in posizioni strategiche per impedire il passaggio e deviare percorsi, senza tener conto degli umani che ci vanno inconsciamente a sbattere contro col rischio di lividi, contusioni, cadute e bestemmie di vario genere, entità e divinità. I commessi sono anche colpevoli della confusione che man mano si crea permanendo in questa bolgia: come folletti dispettosi cambiano posto ai prodotti, scambiano prezzi e sparire promozioni. Gli ostacoli sono anche di altra natura, di calcolo, ad esempio: "Offerta: fusi di pollo, confezione da 1k a 0,35 E all'etto.". Oppure ingannevoli: "Latte X, confezione da 1L, 0,99 E" e accanto "2 confezioni di latte Y a 1 E!!!". Buono, pensi, prima di realizzare che le confezioni di latte Y sono da mezzo litro.
Missione 3: caccia al tesoro. L'uomo che rimane più di trenta secondi lì dentro, comincia ad avvertire segnali di squilibrio: la carta igienica è vicino al detersivo dei piatti, mentre i tovaglioli sono stranamente vicini agli assorbenti ma lo scottex da cucina è lì, di fronte al cibo per i cani. I fazzoletti sono dati per dispersi. Viene segnalata un'offerta su uno scaffale vuoto, mentre quell'altra dovrebbe essere lì ma non c'è traccia. Un'altra offerta ancora è sulla confezione light e non su quella normale, così da lasciare le vittime senza energie necessarie per liberarsi dalla maledizione ed uscire. Stiamo subendo anche noi l'effetto del sortilegio di questo luogo oscuro. Proviamo a sbrigarci ed uscire.
Missione 4: la maledizione della coda alle casse. E' risaputo: la coda accanto alla tua andrà sempre più veloce. Ora, moltiplicatelo per il numero delle casse nell'inferno vicino casa. La vostra cassiera non è da meno dei folletti-commessi, e con tutta la calma del mondo si soffermerà a fissare ogni prodotto di ogni essere non so se ancora umano davanti a noi, emettendo quello strano bip che produce dei tic a chiunque aspetti di poter fuggire da lì. Con tutta calma cercherà di far funzionare il pos del bancomat che la signora davanti a voi le avrà porto, mandando in errore l'operazione. E con tutta calma cercherà di risolverlo. Per poi prendersi una pausa per chiacchierare con la collega. Con tutta calma. Finalmente tocca a noi. Con tutta calma. Ma vediamo la luce del giorno attraverso la magnifica porta su cui c'è scritto "uscita", e ciò ci fa forza. Riusciamo a pagare, dopo un tempo immenso, e riprendiamo la via.
Siamo salvi. -Miss Hyde-
P. S.: avvertiamo entrambi una sensazione alquanto strana... credo che sia... ecco... voglia di uccidere, sì. Sarà l'effetto del tempo trascorso in quell'inferno in terra?
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