Nella mia rubrica settimanale per l’European Journalism Observatory si parla di infobesità.
W. Russell Neuman, professore di studi della comunicazione alla University of Michigan, Eszter Hargittai, professore associato di studi della comunicazione alla Northwestern University, e Olivia Curry, assistente alla ricerca presso la Northwestern University, hanno pubblicato sulla rivista statunitense «The Information Society» i risultati del loro studio “Taming the Information Tide: Information Overload in the American Home”. Una sintesi del risultati è stata resa disponibile recentemente dalla Northwestern University che ha concesso al sottoscritto, per conto appunto dell’European Journalism Observatory, copia integrale della ricerca.
Emerge, lo anticipo, come per le persone l”information overload non sia vissuto complessivamente come un problema ma sia invece l’eccesso di condivisioni, di informazioni non richieste sui social network ad infastidire. Aspetto che anche altre ricerche confermano.
Se già l’anno scorso c’era chi sosteneva che il problema era mal posto e che invece di information overload fosse necessario parlare di information overconsumption, di sovraconsumo informativo, Clay Shirky sostiene che si tratti di utilizzare i giusti filtri. Filtri che, come suggerivo ieri, possono essere, anche, quelli delle piattaforme, degli strrumenti, di content curation.
Pare dunque che l’infobesità non sia un problema ma che sia il consumo compulsivo e l’eccesso di condivisioni di informazioni ad esserlo. C’è da rifletterci.
Buona lettura. [Comment is free]