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L’ingegner Della Noia e i requisiti climatici

Creato il 26 aprile 2011 da Albino

Ieri si parlava del posto perfetto dove vivere, quello che abbiamo chiamato (plurale maiestatis, modestamente) il Graal del Viaggiatore. Questo nome non e’ stato scelto a caso: la parola “graal” non e’ stata usata solo perche’ fa figo, ma anche e soprattutto perche’ ci vuole dire che il posto perfetto e’ un po’ come la ricerca di una chimera, di un sogno, un eldorado che in fondo non sai nemmeno se c’e’, ma vale comunque la pena di cercare. Quel “Viaggiatore” invece sta li’ a dirci che stiamo parlando di emigranti, di gente in viaggio, di persone che stanno sognando o cercando piu’ o meno attivamente il luogo ideale dove passare il resto della loro vita.

Con questo naturalmente non voglio insinuare che siate delle persone piatte e senza sogni se per caso vivete nel paese dove siete nati e ci state alla grande tipo cozza sullo scoglio: anzi, al contrario, forse siete voi i piu’ fortunati di tutti, perche’ il vostro Eldorado, il vostro Graal l’avete gia’ trovato, ce l’avete sotto il culo. E allora diciamolo: questo post si rivolge a tutti gli altri, alle anime in pena, ai Viaggiatori, a quelli che sognano di vivere in uno chalet in Canada piuttosto che in una baia in Messico, piuttosto che nella city di Londra o nel deserto del Gobi. Dunque, patti chiari e amicizia lunga: il primo che commenta “io a casa mia ci sto benissimo” viene buttato nella casella dello spam, perche’ questo post e’ per i Viaggiatori, non per quelli gia’ a posto. Capisc’?

Ma allora, qual e’ questo fantomatico posto ideale? Risposta banale quanto azzeccata: il posto ideale e’ il nostro Sogno. E’ il posto che vogliamo noi, e’ la cosa piu’ soggettiva che ci possa essere. Ecco quello che forse e’ l’unico modo per essere felici, e forse l’unico punto in comune tra chi ha il tarlo del viaggiatore e chi non ce l’ha: si e’ veramente felici quando si soddisfa il proprio libero arbitrio. Perche’ in fondo i nostri sogni sono nostri, e allora se il tuo sogno e’ quello di lavorare le tue otto ore in fabbrica e vivere una vita senza problemi a due chilometri dai tuoi va bene, e’ la tua decisione, fallo e sii felice; mentre se il tuo sogno e’ quello di andare a fare il missionario in Africa, Ok: e’ il tuo sogno. Ma se il missionario non puo’ partire per problemi di famiglia, e l’operaio deve emigrare perche’ dove vive lui non c’e’ lavoro, ecco che viene a mancare loro la liberta’ di scelta, non possono inseguire il loro sogno.

E io? Io sono liberissimo, fortunatamente, non per nulla sono qui a parlarvi della ricerca del mio Graal. E come tutti i Viaggiatori ho i miei gusti, le mie preferenze, ed il tutto e’ una cosa squisitamente soggettiva. Un esempio? Nel post precedente Liven scriveva di venire da un posto fantastico, un lago bellissimo immerso nella natura, pieno di locali e negozi, ecc. Ecco, quello magari e’ il suo graal, ma puo’ essere anche il mio? Direi di no: bellissima l’idea di vivere in un piccolo paradiso del genere, ma io in un posto cosi’ ci andrei in vacanza: dopo aver vissuto nella Metropoli Tentacolare credo che molto difficilmente potrei accontentarmi di vivere in una citta’ priva per lo meno di una manciata di milioni di abitanti. Poi con l’eta’ questa mia idea magari cambiera’ (me lo auguro), ma ora come ora se mi mettete in riva al lago io dopo tre settimane vado in comune a cambiarmi il nome in Massimo e il cognome in Della Noia. Piacere, Ingegner Della Noia: suona anche bene (questo a meno che non mi trasferiate Roppongi e Shibuya in riva al suddetto lago, beninteso. In quel caso ne possiamo riparlare, nda).

Ma allora, quali sono i miei (ma anche i vostri, ve lo chiedo: rispondete nei commenti please) paletti, i miei requisiti? Da dove iniziamo a cercare il Graal del Viaggiatore di albino?
Beh, visto che ne parlavamo ieri, io comincerei dal clima. Io che ho sperimentato la nebbia padana ma anche la primavera-estate eterna, a Brisbane in Australia, che idea ho? Beh, innanzitutto, sappiatelo perche e’ cosi’: odio l’inverno. E me ne sono reso conto soprattutto qui a Tokyo, dove praticamente nell’arco dell’anno gli zero gradi non si toccano mai. Ma solo l’idea di passare anche solo due, tre mesi l’anno con temperature sui cinque gradi, che implicano freddo, grigiume, piumone, mattine in cui ti devi fare del male fisico per uscire dal tuo letto caldo… no, grazie. Quindi: primo requisito: il graal di albino ha temperatura minima invernale superiore ai cinque-dieci gradi, e soprattutto un inverno il piu’ corto possibile.

Secondo requisito: l’inverno comunque lo voglio. Deve esserci. Ho vissuto per anni in una citta’ dove durante il cosiddetto “inverno” vai comunque al lavoro in maniche di camicia, e vi posso assicurare che alla lunga stanca. Dopo un paio d’anni viene voglia di mettersi qualcosa di pesante addosso, di imprecare per il freddo, di stare con la copertina sul divano, fare il fumo con la bocca, entrare in un locale riscaldato, bere una cioccolata calda. Ma soprattutto: senza inverno non c’e’ primavera, senza un po’ di freddo non c’e’ neppure la gioia nel vedere le belle giornate. Quindi, un po’ di inverno e’ OK, ma senza esagerare.

E con questo direi che per oggi e’ tutto, nel prossimo post continuiamo con la descrizione del graal di albino. Perche’ ne mancano di particolari, oh se ne mancano.



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