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L'Inghilterra testa la fifa Azzurra con l'uomo in più

Creato il 10 marzo 2013 da Rightrugby
L'Inghilterra testa la fifa Azzurra con l'uomo in più

Six Nations - Twickenham

England 18 - 11 Italy

Il pensiero di Stuart Lancaster prima che a Twickenham iniziassero le danze era stato: "Se non sei abituato a giocare sul limite, sul bordo dello strapiombo, non sei abituato a vincere". Di mestiere fa il manager dell'Inghilterra, non l'indovino, ma ci ha azzeccato: i suoi hanno respirato la paura, la fifa azzurra nella loro tana con il 18-11 nel match contro l'Italia che consegna agli inglesi il biglietto per presentarsi all'appuntamento di Cardiff con quattro successi su quattro, ai ragazzi di Jacques Brunel tutto il morale che serve per attendere l'Irlanda e gli ultimi giorni di Kidney a Roma. C'è la soddisfazione per la prestazione, c'è il titolo di Man of the match per Andrea Masi, c'è l'unica meta marcata da uno splendido Luke McLean e tutto ciò in inferiorità numerica, visto che gli Azzurri devono vedersela pure con il fischietto di George Clancy, che adotta fin troppo vistosamente due metri di giudizio diversi: se la nostra mischia cede arriva un penalty, a parti invertite si ripete l'ingaggio, mentre nel finale di gara nelle ruck i padroni di casa arrivano da angoli inconsueti (Ashton addirittura indietreggiando si infila nella discussione), non rotolano via, ma tutto corre. Manco di cognome facesse McNemeny e fosse una partita di Pro12 - seguire l'approfondimento del Socio, già ce lo immaginiamo mettere in ordine le idee. 

L'Inghilterra nelle prime fasi tenta di imporre il ritmo e i nostri vanno a caccia di Danny Care fuori dai raggruppamenti, poi ci penserà lo stesso mediano ad annullarsi con una prestazione che potrebbe costargli caro, ma molto caro, e Toby Flood al 3' apre le marcature da un penalty conquistato dai suoi avanti nella prima mischia. L'Italia prova a rispondere da una rimessa, Clancy fischia sealing off e Flood cerca una touche profonda, ma il pallone resta in campo e per poco Giovanbattista Venditti non rende il favore sparandolo addosso a Mike Brown che lo rincorre in area di meta, ma il touchdown arriva quando da poco superato la linea di fondo. Gli Azzurri sono in difesa, liberano e placcano, Sergio Parisse opera da fetcher e però il contrattacco possibile svanisce per errori di handling. Flood continua a non trovare la via della rimessa, mentre si nota il posizionamento di McLean ad apertura quando l'Italia è a difesa della propria linea dei 5 metri. In compenso l'apertura inglese allunga al 15' per il gioco a terra di Alberto De Marchi. Gli risponde Luciano Orquera poco dopo, quando la maul azzurra è fatta crollare illegalmente sulla trequarti ed è il 6-3 che anticipa il guizzo di Parisse e Alessandro Zanni sul lato chiuso da un'altra touche, dialogano nello spazio stretto, la terza linea corre nei 22 braccato da Joe Launchbury e sul sostegno di Ugo Gori si spegne l'iniziativa per un in avanti. 
La reazione dell'Inghilterra passa da Manu Tuilagi, disperatamente cercato dai mediani per tutta gara senza che davvero gli si parasse un'occasione in grado di infilare a dovere gli avversari: meriti della difesa italiana e della laziness dei suoi compagni. Tant'è, all'isola si aggiunge Mako Vunipla che incrocia con Chris Ashton, la porta si chiude di nuovo vicino ai pali, si procede al largo e Flood può o esplorare un varco o servire all'esterno, infine si perde e viene tenuto alto dal rientro di Gonzalo Garcia e Gonzalo Canale quando scocca al 25' e lo sforzo è vanificato del seguente early engage in mischia. Martin Castrogiovanni abbandona per problemi alla coscia destra, entra Lorenzo Cittadini, mentre Orquera pennella un ottimo calcio in profondità da una solida mischia e viene rubato il lancio di Tom Youngs, poi Joshua Furno non conserva il possesso. Care prova ad accelerare a suo modo, ma non va lontano, Gori si becca il giallo alla mezz'ora per ostruzione su Flood che gli ha appena intercettato un calcio. 
Zanni e Parisse ripropongo il duetto in attacco, Chris Robshaw assale il ball carrier azzurro e propizia il turnover che innesca il contropiede, ma i trequarti di Lancaster sono troppo piatti per inserire la marcia più alta, alla fine ci deve pensare nuovamente Flood quando mancano due minuti alla fine del primo tempo e lo sbuffo con il quale Mike Catt, assistente di Lancaster, vale più di mille analisi. Goode copre bene su un up & under di Orquera per Parisse nei 22, Brown fugge via troppo facilmente a Venditti e Garcia, gli inglesi quindi cambiano lato del gioco per trovare spazio, ma il campo finisce sull'ultima trasmissione per Geoff Parling: si torna però a tempo scaduto su un vantaggio per fuorigioco e Flood fissa il 12-3 che chiude la prima frazione. 
Al rientro, il primo possesso è italiano, i primi punti inglesi per fallo di De Marchi in rimessa. Entra Courtney Lawes per l'acciaccato Parling. Cittadini invece infila Vunipola in mischia ordinata sui 22 avversari e Orquera si piglia tre punti al 47'. E' l'antipasto, perché un minuto dopo Care sbanana con ostentata insufficienza di commitment da una rimessa, l'ovale danza sopra i 22 inglesi e lo acciuffa solo soletto Zanni, si passa per Orquera che serve di piede McLean che accorre sulla corsia di sinistra e schiaccia nell'angolo: la trasformazione non arriva, ma la fifa che cala su Twickenham è palpabile sul 15-11. Perfetti, gli Azzurri: approfittano del regalo di Care e non si soffermano sul possesso, vanno diritti al punto. Pardon, alla meta. E' tempo di buttare Tom Croft nella mischia per i padroni di casa, per riscaldare gli animi assopiti - il pubblico non riesce nemmeno ad intonare con fermezza Swing low, sweet Chariot
Tobias Botes rileva Gori, Davide Giazzon sostituisce Leonardo Ghiraldini e la prima linea italiana con De Marchi e Cittadini piloni mostra carattere. Ben Youngs manda in panchina Care, Joe Marler entra per Vunipola. Intanto McLean mette sotto pressione Goode al piede dopo che Furno recupera palla, l'abbrivio è della truppa di Brunel. Gli inglesi cercano la meta all'ingresso nell'ultimo quarto con una penaltouche, ma gli assalitori italiani impediscono un gioco fluido e un paio di offload. In compenso c'è qualcuno che non rotola via in ruck e Flood infila i pali al 61'. Dentro pure Simone Favaro, Francesco Minto e Antonio Pavanello. L'Italia ci prova con una maul che non fa strada (il modo con il quale si infilano le maglie bianche non è propriamente consono e da terra Parisse fissa Clancy, vorrebbe magari farglielo presente con tono deciso, ma meglio evitare). 
Il tasso di errori dell'Inghilterra cresce, non funziona nemmeno la carta di Billy Twelvetrees per Barritt, nel box dello staff aspettano presto il ritorno di Owen Farrell e se i padroni di casa si ritrovano nei pressi dei nostri 22 è per un pasticcio degli stessi azzurri nella gestione del possesso. McLean ci riporta dall'altra parte, venendo atterrato da Ashton al 70'. Gli Azzurri si riversano in massa nei 22, costruiscono e trovano Masi sotto i pali che è pronto a riciclare per Orquera tutto libero, ma l'apertura inciampa nei piedi di Tuilagi che si è aggrappato all'estremo aquilano. C'è un in avanti, si resta accampati lì, la mischia impatta bene e porta pressione su Tom Wood, alla fine Flood libera male e così, a pochi istanti dalla fine, l'Italia può approfittare di una rimessa nella tana del nemico, ma Lawes è più lesto di tutti e afferra il lancio di Giazzon. Youngs non appena apprende che è l'80' calcia fuori dalla ruck formatasi dopo che Venditti e Goode si sfidano per l'ultimo ovale sparato in cielo da Botes. 
Parisse e soci raccolgono gli applausi del numeroso pubblico italiano a Londra che durante la gara ha fatto sentire la sua presenza nel brivido freddo che percorre Twickenham. Masi intervistato a bordo campo sottolinea l'impegno fisico e la concentrazione del gruppo e il morale che si riprende dopo le sconfitte con la Scozia e il Galles, in tempo per l'appuntamento all'Olimpico contro un'Irlanda che si appresta a salutare il suo manager e che resta nel limbo - opinione personale, la front row con De Marchi e Cittadini ha davvero lasciato buon segno, se il problema fisico di Castro dovesse obbligarlo a risparmiarsi, il valido cambio c'è.
L'Inghilterra ha giocato sul limite, a conti fatti non ha inciampato - crappy win, but win -, si prenderà una bella strigliata in settimana avvicinandosi a Cardiff per la resa dei conti con i gallesi detentori del titolo. La prestazione migliore tra gli albionici è giunta prima del kick off, con la doppia performance di Miss Laura Wright tra "Jerusalem" e "God save the Queen". Marry me, Laura.  

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