L'editoriale di Libero di oggi indica nella data di lunedì, l'inizio della Terza Repubblica. Scrive infatti Pansa:
"Lunedì sera ci è apparsa la Terza. Molti non riescono ancora a scorgerla. Il sottoscritto, modestamente, sì.
Il connotato fondamentale della Terza Repubblica sarà la prevalenza della Lega Nord di Umberto Bossi. A dirlo non è soltanto la vittoria leghista in Piemonte e in Veneto. Questa l’hanno vista tutti e sarebbe soltanto una constatazione banale. A pesare, e molto, sarà la spinta potente della Lega verso uno Stato federale, profondamente diverso da quello in cui stiamo vivendo."
"Il primo passo sarà di ottenere il federalismo fiscale. Credo che Bossi riuscirà ad attuarlo. Il fisco odierno non soddisfa nessuno. Troppe tasse, troppi evasori, troppa dispersione di denaro, senza nessun controllo sui quattrini che versiamo. Forse il fisco regionale servirà ad attenuare questo disastro. "
Forse, aggiungo io. Ma anche no. Visto che la Lega, a proposito di evasione, non si è mica opposta allo scudo fiscale (di Tremonti).
La seconda repubblica è nata dalle bombe della mafia, nel segno della trattativa stato-mafia, col crollo dei partiti con le inchieste sulle tangenti: sotto che segnali nasce, questa eventuale terza repubblica?
Mi è venuto in mente quanto riportava Il Fatto, ieri e domenica: i cittadini de l'Aquila fermati dal prefetto e gli impiegati di Sky, identificati dalla Digos:
Non contento delle 37 leggi ad personam che hanno legalizzato i suoi reati, il ducetto brianzolo ha creato un clima tale per cui le sue illegalità vengono bellamente ignorate dalle forze dell’ordine, mentre condotte assolutamente legittime, come contestare e criticare il governo, vengono criminalizzate e sanzionate senza che alcuna legge le proibisca.
L’incredibile trattamento subìto dal vicequestore Genchi, sospeso tre volte in un anno dal capo della Polizia Antonio Manganelli per aver parlato troppo, mentre le decine di poliziotti violenti condannati per le sevizie del G8 di Genova restano tutti al loro posto, e in certi casi vengono addirittura promossi, è un altro segnale inquietante. Sappiamo bene che le forze dell’ordine sono popolate di decine di migliaia di fedeli servitori dello Stato che, malpagati e mortificati da continui tagli di organico e di risorse, seguitano a fare ogni giorno il proprio dovere.
Ma quando gli ordini superiori stridono così clamorosamente con i princìpi di imparzialità e legalità, non resta che un’alternativa: o l’obbedienza a direttive ingiuste (dietro cui si confondono anche le minoranze deviate, ansiose di menare le mani) o l’obiezione di coscienza. Seguitare a far finta di nulla è sbagliato e pericoloso. Quando si manda la polizia a reprimere il dissenso, la democrazia se la passa maluccio. E chi trova normale quanto sta accadendo diventa complice del regime. Possibile che i partiti di opposizione non abbiano nulla da chiedere al ministro dell’Interno e al capo della Polizia?