Ho sempre apprezzato questo brano che di certo è entrato di diritto nell’antologia della musica leggera italiana, ma di recente – più precisamente da un giorno a questa parte – ho cominciato a capirne il profondo significato e ad “eviscerarne”, oserei dire, il senso più vero e profondo.
Indi per cui, “stimolato” da cotanta ispirazione ho sentito la necessità, il “bisogno” fisico di riportarne il contenuto così “di getto” come viene da “dentro” e stando a quanto di vero e onesto il brano afferma, beh mi ritengo a buon diritto il più giocondo in circolazione.
Roberto Benigni
“E questo è l’inno-o
del corpo sciolto
lo può cantare solo chi caca di molto
se vi stupite
la reazione è strana
perché cacare soprattutto è cosa umana.
Noi ci si svegliamo e dalla mattina
il corpo sogna sulla latrina
le membra posano
in mezzo all’orto
è questo l’inno, l’inno sì del corpo sciolto.
C’han detto vili
brutti e schifosi
ma son soltanto degli stitici gelosi
ma il corpo è lieto
lo sguardo è puro
noi siamo quelli che han cacato di sicuro.
Pulirsi il culo dà gioie infinite
con foglie di zucca di bietola o di vite
quindi cacate
perch’è dimostrato
ci si pulisce il culo dopo aver cacato.