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L'Innominabile ordina i Bravi eseguono. Slitta il voto in Giunta. “Il matrimonio Pd-Pdl ha da continuare”

Creato il 11 settembre 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
L'Innominabile ordina i Bravi eseguono. Slitta il voto in Giunta. “Il matrimonio Pd-Pdl ha da continuare”... altrimenti andremo tutti nella Valle di Giosafat, e sarà il giudizio universale”. Lo ha detto chiaro e tondo, ieri, l'Innominabile, mentre i componenti della Giunta per le elezioni andavano a riunirsi per l'ultimo saluto, dal sapore dell'addio, a Silvio. Siamo in piena repubblica presidenziale anche se la nostra Costituzione non la prevede come forma di regime possibile, anche se fino all'altro ieri il Presidente della Repubblica rappresentava poco più di un ufficiale dell'anagrafe. E per tutto il suo primo mandato, l'Innominabile questo ha fatto, limitandosi a mettere la firma sotto decreti che gridano ancora vendetta al cospetto di dio e dell'umanità dolente. Lanciato il monito, i guaglioni del Pd hanno ritenuto buono e giusto assecondare il desiderio del nonno e, d'accordo con i pidiellini che avevano completamente sbagliato l'approccio alla linea difensiva del Capataz, hanno corretto le richieste in corsa e ottenuto un altro, salutare rinvio (a giovedì). Il fatto è che in questa repubblica scalcinata e scalcagnata (lo spread spagnolo intanto è tornato sopra a quello italiano), tutto ciò che si discute pubblicamente non ha valore. Dopo venti anni di berlusconismo (che hanno praticamente svuotato e fiaccato l'essenza stessa della rappresentatività parlamentare) in cui le decisioni si prendevano ad Arcore o a Villa Certosa alla presenza di un Topolanek perennemente infoiato, l'abitudine di discutere le leggi e i provvedimenti nei luoghi deputati è diventata un optional stanco. “In Parlamento si perde solo tempo”, amava dire il più grande statista dell'epoca repubblicana, così, con i soliti quattro, decideva le sorti della nazione standosene con i piedi in ammollo nella piscina. Poi Fini lo ha lasciato e Silvio si è reso conto che o in quel Parlamento c'erano i numeri che gli permettevano i pediluvi o correva il rischio di tornarsene a casetta. In quel momento ha capito che, nonostante i fan pidini, non poteva sempre farsi i cazzi suoi. Purtroppo però, il “metodo Silvio” era già entrato di forza nel cuore dello Stato e allora, all'alba di un vecchio Quirinale, si è iniziato a seguirne gli esempi. Ecco Monti. Ecco LettaLetta. Ecco le moral suation. Ecco i moniti e i cazziatoni. Ecco il desiderio che si trasforma in volere. Ecco il popolo dei Bravi pronto a seguire il Capo fino alla fine perché, qualora non lo si fosse capito, questo matrimonio ha da continuare. Il lavoro sottotraccia dei diplomatici, quasi si dovessero trovare gli arsenali delle armi chimiche siriane, consiste nel convincere (con l'aiuto dei figli) Berlusconi Silvio a dare le dimissioni. Il passo successivo sarà quello della grazia che cancellerà la pena definitiva ma non quella accessoria. Per cui, niente più elezioni per il Capataz ma piena e totale agibilità politica. Insomma, Silvio sarà ilBeppe Grillo di Forza Italia. Ci riesce semplice capire come i rinvii, che probabilmente si susseguiranno a oltranza, servono solo a far capire a Silvio che è meglio percorrere la strada delle dimissioni, perché un'altra maggioranza è pronta e non è detto che, come quella attuale, voglia continuare a tutelare i suoi interessi. La posta in gioco a questo punto, è solo la salvaguardia delle sue imprese. Silvio dovrà prendere atto (i suoi figli lo hanno fatto da un pezzo), che una crisi manderebbe a ramingo il suo impero già fortemente penalizzato in borsa dopo i rumors del “muoia Sansone...”. E poi diciamolo, al di là delle belle parole, i pidini non hanno nessuna voglia di tornare a votare. Dopo venti anni di totale asservimento, il fatto stesso di avere un democristiano di sinistra (sic!) Capo del governo, li ha ringalluzziti. LettaLetta lo ha detto: “Viviamo in un paese in cui la straordinarietà solitamente diventa ordinarietà”. Il fatto è che non vogliono pacificarci, solo normalizzarci. Buongiorno Italia...

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