Un romanzo breve è quello dell’esordiente Francesca Napoli, caratterizzato dall’eterno conflitto bene/male, vita/morte, già insito nell’ossimoro del titolo.
Un piccolo fantasy all’italiana in cui l’autrice coniuga l’aderenza alla realtà con il tocco soprannaturale descrivando la vita, inizialmente spensierata e scevra di complicazioni, della giovane e benestante Emily per poi virare verso un percorso agghiacciante nei meandri della mente e del male. Ossessionata, infatti dai temi del destino, della magia oscura e dell’occulto, arriverà a lambire i limiti della follia a tal punto da venire internata in un istituto di igiene mentale all’interno del quale nulla è come sembra.
Il male si annida ovunque, ma la speranza non deve venire meno. Ed è proprio il finale, per certi aspetti, spiazzante, che ci suggerisce questo.
Spunti sicuramente interessanti che avrebbero meritato un approfondimento.
“Il vuoto del silenzio. Dove l’urlo inquietante della mia vita finita era un’eco senza fine.”