Quante volte ci siamo ritrovati ad elencare tuti i possibili danni che una continua esposizione a smog e polveri sottili può causare al nostro organismo. Recentemente avevamo condiviso alcune conseguenze del vivere a contatto con le emissioni inquinanti per la crescita cognitiva dei più piccoli; oggi, invece, uno studio molto simile riflette sulle dinamiche di salute che coinvolgono i soggetti adulti.
Come reagisce il cervello di un adulto all’esposizione all’inquinamento atmosferico? A questa domanda rispondono i ricercatori della Boston University School of Medicine con una ricerca pubblicata sulla rivista Stroke. Lo studio ha analizzato le capacità cognitive di 900 persone, in età media di 60 anni, per verificare la presenza di eventuali danni alle proprie strutture cerebrali. Infarti cerebrali silenti, così vengono indicate le lesioni ischemiche asintomatiche delle quali i soggetti non hanno coscienza e che sono causate dall’ostruzione dei vasi sanguigni. I risultati ottenuti sono stati messi in correlazione con la localizzazione geografica di ogni individuo valutando la vicinanza o meno di ciascuno a fonti di inquinamento urbano. Dalle ricerche è emerso un aumento delle probabilità di infarti cerebrali silenti ogni 2 microgrammi per metro cubo in più di polveri sottili, come dire, appunto, maggiore è l’inquinamento della zona in cui mi ritrovo a vivere, maggiore sarà la probabilità di poter manifestare dei danni cerebrali. I partecipanti alla ricerca che abitavano in zona più inquinate, infatti, presentavano un volume cerebrale più piccolo degli altri ed un rischio maggiore del 46% di sviluppare infarti cerebrali silenti.
- Ricerca di: Boston University School of Medicine
- Pubblicata su: Stroke
- Conclusione: L’esposizione all’inquinamento può favorire l’insorgenza di infarti cerebrali