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L'insolita curva di luce di KIC 8462852 potrebbe essere colpa delle comete... o degli alieni!

Creato il 16 ottobre 2015 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Il telescopio della NASA Kepler, durante anni di osservazioni, ha mostrato uno strano modello nella curva di luce della stella KIC 8462852, che gli astronomi non riescono ancora a spiegare.

Kepler ha generalmente il compito di trovare i pianeti extrasolari: lo fa con il metodo del transito, ossia osserva la diminuzione di segnale nella luminosità della stella quando l'ipotetico pianeta o, più difficile ma possibile, una luna ci passa davanti. Tuttavia, il telescopio può rilevare anche macchie stellari o dischi protoplanetari oppure... i segni di una civiltà aliena molto avanzata, nel caso in cui ci fossero strutture artificiali orbitanti attorno ad altre stelle.
Ed proprio questo il punto che sta facendo tanto discutere.

In un articolo pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, un gruppo di astronomi ha riportato i risultati sulla strana curva di luce della stella KIC 8462852, più calda e più massiccia del Sole, situata a 1.500 anni luce da noi nella costellazioni del Cigno.

"Per tutta la durata della missione Kepler, KIC 8462852 ha mostrato una curva di luce irregolare con tuffi aperiodici al di sotto il 20% del livello", hanno detto gli autori sottolineando l'unicità di questi dati: "Non avevamo mai visto nulla di simile", ha dichiarato Tabetha Boyajian, ricercatrice della Yale University, autrice principale dello studio.

La curva di luce è un grafico che, in astronomia, mostra l'andamento della luminosità, per una particolare lunghezza d'onda o range spettrale, di un corpo o di un oggetto cosmico in funzione del tempo.

KIC 8462852 è stata scoperta da Kepler nel 2009 per cui gli scienziati hanno oltre cinque anni di osservazioni continuative a disposizione, insieme a quelle di altre 150.000 stelle, o più, tenute sotto controllo dal telescopio.
Di solito, quando si è in presenza di un transito, i cali di luminosità sono comunque molto lievi ed oscurano la stella meno dell'1%. Poi, una volta rilevato il primo passaggio, ci si aspetta i successivi ad intervalli regolari di giorni, settimane o mesi, a seconda dell'orbita del nuovo mondo e della sua distanza dalla stella madre. Esattamente quello che NON succede attorno a KIC 8462852.
La luce di questa stella viene bloccata senza uno schema preciso, in modo irregolare ma a regola d'arte, arrivando a cali di luminosità fino al 15% o addirittura al 22% in un'occasione.

Phil Plait, astronomo e divulgatore scientifico, scrive su Slate:
"Qui, già sappiamo che non si tratta di un pianeta. Un pianeta delle dimensione di Giove bloccherebbe questo tipo di luce stellare solo dell'1% e non può essere dovuto alla stella. Pure la mancanza della ripetizione di un segnale regolare smentisce questi aspetti. Qualunque cosa stia bloccando la luce è grande anche metà della stella stessa".

Gli studi di follow-up si sono concentrati su due eventi di transito: uno rilevato tra i 788 e i 795 giorni e l'altro tra i 1510 e i 1570 giorni della missione Kepler, denominati rispettivamente D800 e D1500 dai ricercatori.
D800 sembra sia stato generato da un solo transito che ha abbassato la luminosità della stella del 15%, mentre D1500 potrebbe essere stato un gruppo di transiti in grado di provocare un tuffo nella curva di luce della stella del 22%.

L'insolita curva luce 8462852 potrebbe essere colpa delle comete... degli alieni!

KIC 8462852 - curva di luce
In basso, il dettaglio su i due eventi D800 e D1500.
Boyajian et al.

Tra le possibili interpretazioni per i centinaia di eventi osservati su KIC 8462852, il team ha preso in considerazione la possibilità che una nuvola di detriti possa oscurare di tanto la luce della stella. Peccato che i dischi di polveri e frammenti di rocce spaziali sono soliti orbitare attorno alle giovani astri mentre KIC 8462852 è un astro "maturo" di tipo F!

I ricercatori, allora, hanno esaminato altre possibilità come un'enorme collisione planetaria ma, oltre al fatto che le probabilità sarebbero molto basse, il telescopio Wide-field Infrared Survey Explorer ( WISE), che in infrarosso rileva facilmente il calore di polveri e i detriti, ha guardato in quella direzione per un breve periodo senza trovarne traccia.

L'unica spiegazione naturale al momento plausibile contempla il passaggio di una nuvola di esocomete.
Secondo gli autori, una stella vicina, a circa 1.000 Unità Astronomiche da KIC 8462852, potrebbe agire con la sua attrazione gravitazionale sul gruppo di comete dormienti.

D'altra parte, però, ci si chiede se una flotta di esocomete sia veramente in grado di oscurare il 22% della luce di una stella e qui entrano in gioco altre spiegazioni. Così, mentre la ricerca non cita alcuna teoria esotica, Jason Wright, un astronomo che studia i pianeti extrasolari e come cercare i segni delle civiltà extraterrestri, guardando i dati, ha dichiarato che l'idea di prendere in considerazione un'enorme costruzione aliena non è da escludere.

L'idea è quella che una civiltà tecnologicamente avanzata sia in grado di avvolgere una stella per catturarne l'energia. Questo tipo di struttura è nota come Sfera di Dyson, dal nome dell'astronomo britannico che l'aveva proposta.
Queste sfere artificiali sarebbero una sorta di gusci, di raggio pari a quello di un'orbita planetaria, con collettori solari e habitat in grado di convogliare verso l'interno tutta la radiazione visibile e rilasciando nello spazio quella non utilizzata tra cui l'infrarosso. Dyson, quindi, riteneva che grandi emissioni a queste lunghezze d'onda sarebbero state un possibile indicatore di una civiltà aliena.
Le Sfere di Dyson sono entrate molto nell'immaginario fantascientifico, nella letteratura, nei film e nelle serie TV ( compresa Star Trek), tuttavia Dyson non poteva sapere che sarebbe esisto WISE quando scrisse il suo articolo nel 1959, "Search for Artificial Stellar Sources of Infrared Radiation", per la rivista Science. Di certo è che WISE, finora, non ha rilevato nulla di insolito attorno alla stella....
E allora? Allora, l'intento di Wright non era quello di creare scompiglio (come è successo!) ma, come fa notare Plait nel suo articolo, era piuttosto un "ehi, colleghi, teniamo la mente aperta", per considerare e valutare ogni possibilità sia naturale che artificiale.

Di sicuro questo è un mistero e come tale, merita ulteriori indagini: il passo successivo sarà quello provare ad ascoltare eventuali emissioni radio dal sistema. Boyajian e Wright hanno ora collaborato con il direttore del SETI, Andrew Siemion, per ottenere un radiotelescopio puntato verso KIC 8462852.

Non ci resta che aspettare la prossima puntata!


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