di Padre Maurizio Patriciello
Caro direttore, ti prego, porta ancora pazienza con noi. Ciò che sto per dirti ha dell’incredibile, ma dà la giusta cifra del pressappochismo, della noncuranza, della davvero singolare professionalità di alcuni di coloro che, ben pagati, dovrebbero affrontare e risolvere il dramma della nostra terra. Domenica scorsa “Il Mattino”, pubblica un’ intervista a Mario De Biase, commissario di Governo delegato per la Resit di Giugliano. De Biase, tra l’altro, afferma: “ Si è parlato dei cavoli ingialliti di Caivano. Hanno detto perfino che quel colore era dovuto ai rifiuti tossici. Sapete qual è la verità? Erano solo troppo maturi”. Mi rendo conto che quell’enormità che rasenta il ridicolo potrebbe mettere a rischio la vita dei volontari che vanno per le campagne fotografando e denunciando e scrivo una lettera aperta al prefetto diNapoli. Sempre da “Il Mattino”, giovedì, apprendiamo che a Giugliano “ nella zona rossa tra la Resit e le discariche sotto sequestro, non c’è futuro. Parliamo di 20 chilometri quadrati. O di 2600 campi da calcio, come quello dello stadio San Paolo. Un’area pari a 4 volte la superficie di Posillipo.Dieci volte quella del Vomero”. Parla ancora De Biase e ammette che “realisticamente la bonifica appare impossibile… Stesso discorso vale per le acque. Un’impresa proibitiva…”. Immagina, direttore, il terremoto emotivo, la rabbia, la paura, l’angoscia della nostra gente. Giovedì pomeriggio ci portiamo alla Resit. Se l’inferno è brutto come questo luogo, farò di tutto per non andarci e non lasciarci andare nessuno.Incontriamo De Biase. Discutiamo animatamente. Gli chiedo se sa che su quei cavoli furono eseguite analisi che evidenziarono la presenza di metalli pesanti in quantità enormi. Mi spiega candidamente di non avere colpa per le dichiarazioni rese. Quella notizia, a suo dire, gli fu data “dalla facoltà di Agraria di Portici”. Il ragionamento è semplice e banale: se i cavoli furono seminati a settembre, è normale che a giugno, oramai marci, assumono il colore giallo, no? Giugno? Rimango quasi senza fiato: ma che dice, Commissario? “Avvenire” ha pubblicato la foto di Mauro Pagnano e il mio articolo sui cavoli, il 27 novembre del 2012, almeno sei mesi prima. Su internet quella foto circola da mesi. Sarebbe bastata una semplice ricerca prima di parlare a vanvera e gettare lo scompiglio. E intanto una notizia come il sequestro di 20 kmq di terreno a Giugliano ritenuti non più bonificabili, passa quasi inosservata. No, direttore, ancora non ci siamo. Nelle province di Napoli eCaserta si muore. Al mio paese, Frattaminore, venerdì, sono stati celebrati due funerali. La causa della morte è sempre la stessa: cancro. Cancro che uccide. E, oltre al danno, le beffe. Tante beffe. Martedì scorso, in Senato, il dottor Antonio Marfella viene ascoltato in commissione “ Salute”. Lui è uno scienziato serio e preparatissimo,capace di dare lezione a tutti. Ma è anche medico e napoletano onesto,innamorato della sua terra. Marfella,come tutti noi, soffre terribilmente per lo scempio in cui versa la Campania. Non si risparmia. Va ovunque lo chiamino. Si confronta con politici, scienziati, giovani, bambini. Non c’è scuola, parrocchia, circolo culturale che non l’abbia ospitato. Ebbene, a termine della sua esposizione a Palazzo Madama, una senatrice prende la parola e, incredibilmente, lo offende dicendo che manca discientificità e “ parla con la pancia”. Meglio avrebbe fatto, la gentilissima signora a dire che “ ha parla con il cuore”. Scienza, coscienza e cuore non vanno separati. Mai. In caso contrario si costruiscono pericolosissimi mostriciattoli.