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L’insulino-resistenza e l’iperinsulinemia

Da Valentina Ligabue @Vale_Ligabue

cervello

L‘insulina e il glucagone sono due ormoni secreti dal pancreas con la funzione di mantenere stabile la glicemia, cioè la concentrazione di glucosio nel sangue, che aumenta quando si introducono carboidrati (semplice e complessi) con l’alimentazione. L’omeostasi della glicemia è di vitale importanza: un abbassamento eccessivo provoca capogiri, sensazione di fame e debolezza, ma anche tremori, palpitazioni, convulsioni e se l’ipoglicemia è protratta nel tempo si può andare incontro a coma. Mentre un innalzamento glicemico provoca danno tissutale.

L‘insulina viene secreta durante i pasti per abbassare la quantità di glucosio nel sangue. Nello specifico ha proprietà anaboliche (l’anabolismo è la fase metabolica che permette la sintesi di molecole organiche a partire da sostanze nutritive):

  • favorisce il passaggio del glucosio dal sangue alle cellule (azione ipoglicemizzante), facilita l’accumulo di glucosio sotto forma di glicogeno (riserva e deposito di glucosio a livello degli organi, soprattutto fegato e muscoli) e inibisce la degradazione del glicogeno a glucosio
  • favorisce la sintesi proteica e inibisce la formazione di glucosio a partire da aminoacidi
  • stimola la sintesi degli acidi grassi a partire dal glucosio e inibisce la lipolisi (degradazione dei lipidi a scopo energetico)
  • stimola la proliferazione cellulare
  • facilita il passaggio del potassio nelle cellule
  • stimola la produzione endogena di colesterolo

Ma i tessuti del nostro organismo possono iniziare a non rispondere in modo adeguato a questo ormone. L‘insulino-resistenza (che si verifica quando le cellule dell’organismo riducono la propria sensibilità all’insulina) provoca un’aumentata secrezione di insulina come effetto compensatorio determinando iperinsulinemia (eccesso di insulina nel sangue). Inizialmente, questa compensazione permette il mantenimento della glicemia a livelli normali, ma a lungo termine favorisce infiammazione e diabete di tipo II. L’insulino-resistenza può essere causata da fattori ormonali, ma anche da cattive abitudini alimentari e da uno stile di vita sedentario e nella maggior parte dei casi interessa soggetti affetti da obesità, sindrome metabolica, sindrome dell’ovaio policistico, dislipidemie e ipertensione. Tutte queste condizioni possono essere cause, ma anche conseguenze dell’insulino-resistenza!

Se il nostro corpo rispondesse esclusivamente a regole matematiche, l’insulina dovrebbe essere secreta solo quando si mangiano carboidrati, i nutrienti che innalzano la glicemia. E invece non è così. E’ emerso che anche alcuni aminoacidi e alcuni acidi grassi sono in grado di stimolare la produzione di insulina. Dunque, anche un pasto esclusivamente a base di proteine (carne o pesce o uova) può determinare un innalzamento dell’insulina; quest’ultima, che normalmente avrebbe il compito di abbassare lo zucchero nel sangue, cosa farà? Purtroppo, innescherà un meccanismo perverso: in assenza di zuccheri alimentari, l’insulina andrà ad abbassare oltre la soglia minima il nostro livello di glicemia basale. Il nostro corpo per funzionare bene ha bisogno di un livello minimo di glicemia: quando tale livello scende sotto la soglia di 70 mg/dl cominceremo a sentirci stanchi e indeboliti, fino ad arrivare ai quelle conseguenza più pericolose sopra citate. Ricordiamo che il glucosio rappresenta il principale carburante per il cervello: se la glicemia si abbassa drasticamente, il cervello andrà in deficit di funzionalità e trovandosi in una situazione di allerta, ci porterà a mangiare di tutto.La glicemia può scendere sotto soglia a causa di un digiuno prolungato o per effetto dell’insulina (ipoglicemia reattiva). L’ipoglicemia reattiva può  insorge dopo un pasto eccessivamente ricco di carboidrati, oppure può essere conseguenza di un pasto troppo povero di carboidrati. La causa prima è la stessa: troppa insulina in circolo. Mentre nel primo caso l’insulina è stata secreta sullo stimolo di un eccesso di carboidrati; nel secondo caso sullo stimolo delle proteine. 

Quando si intraprende una dieta volta a controllare i livelli glicemici non si dovrebbe mai eliminare totalmente i carboidratisarebbe una scelta controproducente sia in termini di salute (predispone a diversi rischi), sia nel caso l’obiettivo fosse la perdita di peso. Solo livelli ottimali di insulina rendono efficiente il nostro corpo, livelli troppo elevati sono nocivi.

arcimboldo



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