L’interpretazione dei sogni

Da Abattoir

martedì 6 dicembre 2011 di Noemi Venturella

Aglio: rivelazione di qualche segreto
Caduta di denti: tragedia spirituale, malattie
Festa: tragedie
Fiore giallo: pericolo
Matrimonio: morte
Pomodori: Dolore fisico
Uccello in volo: viaggio in acqua
Vacca mansueta: Madre divina
(Fonte Illuminata).

Cosa sono secondo voi queste associazioni? Ve lo dico io: interpretazioni di sogni!
È noto a tutti infatti che durante la fase REM l’uomo è in grado di produrre mirabolanti, magici scenari presi per secoli per profezie, premonizioni o addirittura predizioni di buoni o cattivi auspici.
Ed è noto a tutti che, nei secoli, le nostre polluzioni oniroidi sono state vittime delle più disparate, disperate, universali e fantasiose decriptazioni umane (ne leggete qualche esempio qui sopra).

Tra i tanti, anche Sigismondo Freud decise un giorno di mettere un po’ di ordine nel casino che regnava sull‘argomento; scrisse così il “Die Traumdeutung“, in cui ci spiegò con grande perizia che il sogno costituisce uno dei pochi momenti in cui l’uomo “ritira le guardie dalle porte dell’intelletto” (Schiller), ovvero una delle rare circostanze in cui la nostra censura nazi-fascista di carne & mente può essere raggirata per lasciare un po’ di respiro al nostro inconscio. 

Motore dei sogni per Freud sarebbero robe inconsce ripudiate dall’Io: residui psichici diurni sapientemente mescolati a desideri e fantasie inaccettabili, che durante la notte restano finalmente liberi di folleggiare tra i meandri della nostra mente, esibendosi su uno psico-palcoscenico interiore privo di spettatori. Gli interpreti di tale “rappresentazione”, tuttavia, non devono assolutamente svegliare il guardiano censurante in riposo; per passare inosservati, essi vengono allora mascherati, travestiti di simboli, truccati e camuffati ad arte, spostati su oggetti correlati allegoricamente ai pozzi neri della nostra personalità, condensati, costruiti con estratti di vita metaforicamente sincretici, ripieni di crasi di significati e di temi esistenziali irriconoscibili ai più.

Ne deriva che il contenuto manifesto dei sogni, cioè le scene che ricordiamo al risveglio, è un capovolgimento irrazionale, similteatrale, della realtà che va interpretato per arrivare al significato “profondo” del sogno stesso, a ciò a cui esso nascostamente allude, al suo contenuto latente, pulsionale, istintivo, viscerale… in una sola parola VERO.
Non a caso, per Freud “l’interpretazione del sogno è la via regia che porta alla conoscenza dell’inconscio”, ed è ciò che porta alla parte più nascosta di noi.

Che cos’è allora il sogno? Un auspicio? Sì e no. Una premonizione? Sì e no. Una profezia? Sì e no. Un desiderio? Sì, con tutto questo e molto altro.
Il sogno è la “realizzazione velata di desideri inibiti” (S. Freud), l’espressione di istinti che la coscienza non vuole siano rivelati. È un coacervo di ciò che temiamo possa realizzarsi, di ciò che sappiamo ma non vogliamo ammettere razionalmente, di ciò che conosciamo ma non sappiamo rivelarci, di ciò che è chi ci sta accanto o che temiamo egli sia, ma che non siamo in grado di accettare.
Il sogno è un calderone di verità inascoltabili che ci nascondiamo poiché incapaci di coglierne il vero e più profondo significato. Ma loro attendono, pazienti, il loro momento, e poi premono, spingono senza sosta per avere un po’ di respiro nel buio inascoltato della notte, in cui danzano dentro di noi come incomprensibili maestranze di teatro astratto in grado di connettere recto e verso, di conciliare magicamente gli opposti, le due facce della stessa medaglia di vita, mai del tutto accettabili quando abbiamo gli occhi aperti e la nazi-fascista è vigile e intransigente.

Interpretare questo cumulo di “essere” è una faticosissima arte costruita in un secolo di psicoanalisi che non ha nulla a che fare con quei “dizionari dei sogni” universali e prêt-à-porter da consultare appena svegli per capire cosa fare del tuo destino.
Eppure, alle porte del 2012, c’è ancora chi le scrive e (peggio) chi le compra queste “utilissime” guide tascabili. E c’è anche chi interpreta i sogni come messaggi del Divino che ti comunicano che devi redimerti immediatamente. Per non parlare poi di quei geniali aruspici del sonno che associano lo scorpione che hai visto in sonno al numero 7. Infatti, come insegna il libro dei saggi (ovvero La Smorfia) tutti i simboli che popolano i nostri sogni possono essere associati a un numero da giocare al lotto (ad esempio: Cagare 71, 72; Cacca 23; Calzolaio 26, 37; Errore 38). Viceversa, anche sognare numeri ha un imprescindibile significato manifesto (ad esempio, 69: gioia; 11: “sì curnutu!”; 100: hai vinto una partita a “ok, il prezzo è giusto” con Iva Zanicchi che canta accanto a te). Ovviamente, i numeri abbisogna correre a giocarseli al superenalotto appena svegli con gli ultimi soldi della pensione e senza neanche perder tempo a lavarsi per vincere 200miliardi sicuri sicuri… Non è mica fuffa come quella di Freud!

Diciamoci la verità: almeno una volta ci siamo tutti fatti infinocchiare da queste abnormi, ridicole, cazzate che -- come tutte le definizioni preconfezionate -- negano la singola personalità, la vita mentale e le esistenze di tutti quegli individui che nel mondo sognano -- toh! -- un matrimonio e che già il giorno dopo sono ginocchioni in chiesa tutti vestiti di nero (anche i mutandoni) perché sanno con assoluta certezza che la Morte sta per arrivare al loro capezzale.
O, come minimo, tutti abbiamo chiesto, ad esempio, a un conoscente psicologo “che vuol dire che ho sognato che mi mangiavo una teglia di lasagne?”, oppure “dimmi cosa significa questo sogno, tu che sei psicologo!”.

Ebbene: piantatela. Per favore.
Date dignità ai vostri sogni e accettate che interpretarli è qualcosa di molto più serio e complesso di applicare delle mere etichette generiche a individui completamente diversi tra loro.
Per dare significato al simbolismo onirico di una persona è indispensabile conoscerla bene, bisogna essere in grado di collegare ciò che ha sognato al suo personalissimo hic et nunc, bisogna conoscere il suo passato, le sue figure fantasmatiche, i suoi incubi, i suoi traumi, i suoi desideri, le sue paure, le sue infanzie. Ignorare questo passaggio fondamentale significa farsi volutamente prendere in giro, accettare che sia normale interpretare tutto allo stesso modo (tipo che ogni cosa lunga rappresenta un simbolo fallico!), consentire che si omologhino perfino i più intimi contenuti mentali… in un’epoca in cui è omologata anche la forma della figa. Per il resto, fate vobis.

“Ogni elemento del sogno può rappresentare, per l’interpretazione, sia sé stesso sia il proprio contrario. Non si sa mai a priori se si debba supporre l’uno o l’altro; è soltanto il contesto a decidere.” (S.Freud).

…D’altronde, la Smorfia questo non lo sa, ma l’homo sapiens nel 2012 potrebbe anche sforzarsi di capirlo, una volta e per tutte.



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