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L’Intertriste – A Squinzi non far sapere…

Creato il 24 settembre 2013 da Vivalafifa @WlaFifa

Da quando c’è stato Calciopoli, con il suo turbinio di schede Sim e scudetti revocati, vedere una partita con un gobbo è diventata un’impresa. Roba da far crollare i nervi alla persona più pacifica del mondo. O da far bestemmiare il Dalai Lama, come direbbero certi intellettuali che amo frequentare. Sassuolo-Inter l’ho vista con due amici gobbi. E se non avessimo consegnato ai neroverdi una cassetta con dentro 7 pere, a quest’ora mi sarebbe venuto un raptus di follia e avrei esibito una reazione tipo Balotelli dopo Milan-Napoli (perchè la frecciatina ai cugini non deve mancare, quando possibile).

La sera prima, complice forse la birra (almeno, spero), avevo sentito fare da uno dei due gobbi un ardito paragone tra l’Inter e Berlusconi, nel tentativo di spiegare che la Juve è dalla parte del giusto. Credo di esserne uscito elegantemente, girandomi verso la mia ragazza per parlare del divano nuovo da mettere in casa. Poi, ecco la partita. Da bravo interista, faccio rima con pessimista. Il che significa sedersi davanti alla tv con la consapevolezza che la squadra farà una bella figura di merda, anche se si tratta dell’amichevole del giovedì. E di questa si tratta, scopro dopo pochi minuti. Ma non è così per lo juventino, che sentenzia: “Con l’Inter il Sassuolo giocherà male, ma quando si tratterà di incontrare noi giocherà fino alla morte”. Cenni di assenso dell’altro juventino.

Complotti, complotti ovunque. Una volta eravamo noi a vederli dappertutto (non a torto, evidentemente), ora sono juventini e napoletani. Memorabile la frase che di recente mi ha rivolto un tifoso azzurro: “L’unico scontro diretto il Napoli lo gioca contro la Federazione”, per dire. Nel frattempo, mentre faccio finta di non sentire, l’Inter ha già fatto 3 gol. Dopo mezzora. Il pessimismo si allenta e cerco di capire, con rinnovata lucidità, come mai quest’anno sembriamo una squadra di calcio. Ma la risposta la sappiamo tutti e sta nella maggior esperienza (e magari anche bravura) di Mazzarri rispetto Stramalo.

Il vero miracolo non è tanto nella doppietta di Milito, rientrato dopo il crac della sera di San Valentino. E’ nel fatto che Nagatomo e Jonathan siano diventati dei giocatori di calcio normali. Mica fenomeni: non lo saranno mai. Mazzarri però li ha disciplinati facendoli correre e aiutandoli a usare quella cosa sferica di cui probabilmente ignoravano l’esistenza. Pare che Jonathan, al primo allenamento di Mazzarri, appena visto il pallone abbia chiesto se si potesse mangiare. Me lo ricordo, quando il brasiliano tornò all’Inter dopo il prestito al Parma. Fu capace di un miracolo: tornare in ritiro più grasso di quando era partito. Per non parlare di Nagatomo. Lo scorso anno l’ho visto a Brera, al volante di un Suv (credo guidasse in piedi), tutto sorridente. Ricordo nitidamente che mi venne in testa un interrogativo profondissimo: “Ma che cazzo ridi?”. Ride sempre, Nagatomo, pure quando lo scorso anno crossava per i pendolari che fuori da San Siro aspettavano il 16. Ride pure ora e ne ha ben donde: l’ho visto fare gol al Genoa e credevo fossero le allucinazioni da eccesso di pasta al forno domenicale della nonna.

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